Comitato Interprovinciale Marce Sportive (C.I.M.S.)

 
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A CASCINE DI BUTI, LUNGO LE PENDICI DEL MONTE PRUNO.

di Maria Luisa Tognelli

Anche gennaio sta per finire ed oggi, domenica 27, in una giornata discreta, ma abbastanza gelida specie al mattino, ci ritroviamo a Cascine di Buti. Siamo molto numerosi perchè sono presenti i tre Trofei: le Tre Province, il Pisano ed il Lucchese per la precisione e noi podisti, vivaci e chiassosi come sempre, in un baleno abbiamo animato questi luoghi abitualmente tranquilli e silenziosi.
Nel capannone adibito alle iscrizioni ognuno cerca il suo capogruppo ed è un vero putiferio; poi a mano a mano usciamo e cominciamo il nostro cammino.
Subito una lunga teoria di marciatori invade la strada Sarzanese-Valdera finchè arriva alla deviazione sulla destra (via Matteotti) dove inizia una breve salita al cui culmine c'è un primo bivio: lasciati i podisti della mini volgiamo a sinistra ed intraprendiamo un percorso agile in mezzo alla campagna che ancora appare bianca per la brina, ma dopo un certo tratto, deviando sulla destra, ecco che comincia una salita piuttosto impegnativa fino a Castel di Nocco dove, giunti al ristoro, ci separiamo dai podisti delle medie distanze per intraprendere sulla sinistra un sentiero nel bosco abbastanza arduo, ma soprattutto molto lungo e dal fondo spesso sconnesso.
Mentre saliamo notiamo che a zone boschive si alternano zone coltivate ad olivo e questo ci ricorda che Buti è rinomata anche per il suo olio. E la salita sembra non finire mai, quando finalmente ci immettiamo sulla strada asfaltata che porta al Serra.
Dopo un centinaio di metri ecco che troviamo un singolare ristoro, " L'oro di Alfredo", reclamizza un cartello che ci parla anche del vino di Buti e di tante leccornie che si presentano alla nostra vista, mentre un "cuoco" abbastanza pittoresco sta saltando in padella costine di maiale e rape e ci invita a gustare la soppressata di cinghiale, il mallegato e di tutto e di più.
Cerchiamo di allontanarci al più presto da questo "luogo di perdizione" senza essere scortesi e ci affrettiamo per recuperare un po' giacchè siamo in discesa e sull'asfalto. Corriamo in scioltezza, osserviamo una bella fonte, alcuni si stanno rifornendo con taniche e bottiglie: con questi "chiari di luna" meglio risparmiare...., ma noi, in questi momenti, abbiamo altro a cui pensare.
Giunti in località Pruno (non dimentichiamo che Buti si trova nella vallata del Monte Pruno) entriamo di nuovo nel bosco e saliamo verso Aspro: qui ristoro anche con ponce e limoncello, ma la salita non è finita, anzi diventa piuttosto dura; poi finalmente scendiamo su Buti in mezzo a vegeti oliveti, per risalire però, ancora tra gli olivi, e ridiscendere quindi attraverso una pineta su un sentiero dal fondo assai dissestato.
Corri corri eccoci all'Agriturismo "Il Saracino"; pensavamo di essere quasi all'arrivo, ma non è così perché dovremo affrontare ancora giri e giri che sembravano non dovessero aver fine.
La vista di Buti non ci ha quasi mai abbandonato durante tutto il percorso, per questo motivo più di una volta abbiamo avuto l'impressione di essere vicini al traguardo, ma in effetti questo appariva solo un miraggio che poi si allontanava.
Finalmente eccoci a La Ciona e, com'è tradizione, bottiglia di olio per tutti e caldo ristoro a base di penne e tortelli al pomodoro.