Comitato Interprovinciale Marce Sportive (C.I.M.S.)

 
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091 del 5 agosto 2014 circa gli eventi sportivi
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per la certificazione agonistica e non
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Passaggio diagonale sul largo altipiano

di Claudio Cecchella

Orbene, in questi tempi di dibattute polemiche, sempre costruttive purché rispettose delle persone e delle idee, in difetto della quale cosa i siti devono duramente censurare, inizierò dalla fine, perché a Forcoli è l'epilogo che gratifica la fatica del marciatore (secondo i dettami della legge 35 del 2003 a cui mi allineo anche letterariamente), quel lungo passaggio diagonale sul largo altipiano coltivato a grano e nella parte terminale a vite, in terra bianca, dove la sagoma dei podisti in lontananza si confonde con quella rettilinea dei cipressi e poi la repentina discesa tra frutteti con il loro prodotto ancora prematuro, sino al ciliegio intorno al quale vedo attardati esponenti autorevoli degli Spensierati con la pancia ben piena, mentre si leccano i baffi.
E' una visione in cui realtà e sogno si fondono in una religiosità dell'ambiente che è il segno della Divinità del podista non competitivo e, come dice il mio amico Michele, Palaia vale ben più di Gerusalemme.....
Noi marciatori della domenica, che muoviamo quando la luce non prevale ancora del tutto sull'ombra, il pellegrinaggio lo conduciamo sull'altare dell'animismo naturistico e ci commoviamo infilandoci nei boschi fitti delle colline di San Gervaso, di Colleoli e di Usigliano, nelle sinuose vallate che conducono chissadove, nei saliscendi infiniti di questa terra toscana che abbiamo ereditato dai nostri padri e che serbiamo gelosamente.
Il manipolo di fraticelli era oggi al gran completo, Michy, Arturo e Alessandro Picc che scompigliavano nel loro passaggio le retroguardie attardate, incuriosendo i pigri avventori del cafè di paese nel passaggio attraverso la capitale Palaia, dove le mura e le chiese di mattoni rossi risaltano su questo verde di intensa primavera.
L'amica cubana del Ferruzza sfoggia la bella maglia bleu di Pisamarathon, quella ceduta a titolo oneroso, e sostiene che nel paese dove il comunismo si è fatto monarchia assoluta ereditaria non ci sono fiori e si rubano quei pochi offerti agli antenati nei cimiteri e si rubano pure le scarpe ai morti, contese dai conduttori del carro funebre.... e forse per questo, commentiamo noi, il Fidel non decide di fare il suo tempo.