Comitato Interprovinciale Marce Sportive (C.I.M.S.)

 
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DAL SERCHIO AL MONTE PENNA

di Maria Luisa Tognelli

Il mese di febbraio comincia con la marcia del G.P. Rossini che già da qualche anno ha come punto logistico il Circolo ARCI 90 di Pappiana, a circa mezzo chilometro a sud di Pontasserchio.
E' una giornata piuttosto grigia e poco promettente, quanto ai km. (2-6-13-19-25) non c'è che l'imbarazzo della scelta.
La speranza che Giove Pluvio ci risparmi ci incoraggia e partiamo tutti insieme (e siamo veramente tanti essendo presenti i tre Trofei); percorriamo di buona lena via Mazzini per giungere ben presto a Pontasserchio dove passiamo da luoghi a noi ben noti; infatti eccoci proprio davanti al teatro la cui piazza è stata per tanti anni il luogo di partenza di questa manifestazione.
Ne è passata di acqua sotto il vicino ponte da quei tempi che un po' rimpiangiamo per la loro semplicità senza pretese né complicazioni e per lo spirito di amicizia che ci legava; ma tutto passa e si trasforma, come è logico che sia. Ora ci attende il lungoserchio che ci accompagna fino a Rigoli e ben presto siamo ad Orzignano.
Superata la ferrovia percorriamo un breve tratto della statale dell'Abetone per iniziare poi una lunga e impegnativa salita che ci porta, attraverso i boschi del M.Pisano, fino a Le Capanne. Purtroppo la visibilità non ci permette di gustare appieno i luoghi che attraversiamo ed il cielo si fa sempre più minaccioso.
Dopo il ristoro posto alla deviazione della 13 km., i due tracciati più lunghi salgono ancora tra macchia e boschi e mentre procediamo possiamo scorgere alla nostra sinistra l'abitato di San Giuliano e in lontananza il mare e la Gorgona e poco dopo, sulla destra, saliti ancora, il versante opposto.
I podisti che hanno scelto la 25 km. salgono fino alla sommità del M. Penna (m.545 slm) dove il panorama si apre a 360° abbracciando gli Appennini, le Apuane e il mare.
Con la 19 km., giunti al culmine della salita ( m.456), è iniziata la discesa, ancora in mezzo a boschi di castagni, su sentieri dal fondo scivoloso, sconnesso e a tratti difficoltoso; a ravvivare un po' l'ambiente triste per la pioggia e la stagione invernale uniche piante verdi le felci e gli agrifogli. Poi finalmente usciamo allo scoperto, arriviamo al mega-ristoro comune alla 19 e 25 e scendendo poi in scioltezza su strada asfaltata giungiamo alla ripida discesa che porta a Molina di Quosa. C'è ormai poco da qui a Rigoli: fiancheggiamo ora il canale ed eccoci poco dopo a Pappiana.
Echeggiano ripetutamente le note dell'inno di Mameli, evidentemente un po' di patriottismo non guasta anche se, non ci sono dubbi, i confini ormai sono assai più ampi.