Comitato Interprovinciale Marce Sportive (C.I.M.S.)

 
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A SAN MINIATO SU' E GIU' PER I SUOI COLLI.

di Maria Luisa Tognelli

La seconda domenica di febbraio, nel meraviglioso scenario della campagna sanminiatese che è per me, se non il più bello, dal momento che di niente si può dare un giudizio assoluto, uno dei più congeniali al mio spirito ed ai miei gusti, si è svolto il XXV Trofeo Casa Culturale con un'ampia scelta di percorsi ( km. 3-6-12-17-24).
Giornata splendida ed un cielo terso, quasi di cobalto, vento di tramontana così pungente da mettere in brio anche la persona più quieta: un trionfo della natura in un alternarsi continuo di saliscendi.
Attorno ora vigneti, ora oliveti ora filari di neri cipressi e qua e là zone boschive, casolari solitari, attive aziende agrituristiche e silenzi rilassanti interrotti ogni tanto solo dal latrare di qualche cane incuriosito dalla nostra presenza; e ancora nel fondo valle campi ben suddivisi e la vista della torre di San Miniato alto che si staglia imponente verso il cielo, quasi sempre sullo sfondo ovunque ci spostassimo.
Dopo un tratto sulla tosco-romagnola in compagnia di un gruppo di podisti ricoperti da sacchi da immondizia per richiamare l'attenzione sul problema dei rifiuti, arrivati a La Scala abbiamo intrapreso in salita Via Sanminiatese e successivamente, volgendo a destra, Via Fonti e Via Sasso; siamo così giunti ben presto a Calenzano.
Non c'è dubbio che correre è bello, ma talvolta molti di noi, presi dalla frenesia dei tempi, o di arrivare prima dell'amico, finiscono col negarsi il piacere di gustare appieno le bellezze della natura e l'ebrezza che può dare il sentirsi in perfetta armonia con essa. Ma è ovvio, c'è un tempo per ogni cosa.... Procediamo, eccoci ora a San Quintino e poco dopo troviamo il secondo ristoro in località Capo di vacca; il sole ci accarezza col suo tepore mentre scendiamo verso un'ampia verde vallata per risalire poi a Cusignano.
Il percorso, completamente cambiato nella parte iniziale, da questo punto in poi ritorna quello degli anni passati. Passiamo accanto a quella che io chiamo "casa del pastore" dove in un recinto sono molti animali e cani, questi ultimi, poveretti, tosati come pecore: una scena veramente poco piacevole ai miei occhi e che cerco di dimenticare al più presto scendendo di corsa e volgendo lo sguardo verso San Miniato che ci appare sempre più vicino.
Stiamo ormai affrontando l'ultima salita, lasciamo quindi alla nostra destra il paese rinomato anche per i suoi tartufi e poco dopo, scendendo, siamo in dirittura di arrivo al Circolo Culturale dove ci ristoriamo commentando la bella marcia, per la verità forse un po' più lunga di quanto dichiarato, poiché le nostre gambe, dopo tanti anni, sono il più veritiero dei contachilometri.