Comitato Interprovinciale Marce Sportive (C.I.M.S.)

 
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091 del 5 agosto 2014 circa gli eventi sportivi
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TRE LE OPERE DELL' UOMO E LE BELLEZZE DELLA NATURA

di Maria Luisa Tognelli

Finalmente la domenica mattina non è più buio pesto, ma comincia a far giorno quando usciamo di casa e questo ci rincuora perché è una conferma dell'avvicinarsi della primavera. E' iniziato il mese di marzo e ci stiamo dirigendo verso Vorno per la " XXIV Passeggiata tra i boschi", è una giornata all'insegna del bel tempo.
Il punto logistico della nostra marcia è cambiato, infatti partiamo dalla zona commerciale e artigianale di Guamo.
I percorsi sono per tutte le esigenza e per tutte le gambe (km. 2-5-12-19-25-32) e la partenza così libera che quando arriviamo sul posto, alle 7 in punto, molti sono già partiti ed altri stanno partendo.
Noi come sempre aspettiamo gli amici e poi, tra una storia ed un'altra, non riusciamo mai a partire prima delle 8; percorriamo subito via S. Pieretto per giungere a Badia di Cantignano e volgendo a sinistra ci avviamo per lungo tratto per Via Nuova fino ad imboccarne la parte sterrata che diventa poi sentiero e ci porta, in mezzo ad una natura meravigliosa, all'Acquedotto del Nottolini, stupenda opera di ingegneria idraulica che merita senza dubbio la nostra attenzione.
A Lucca l'esigenza di un acquedotto fu avvertita nel XVIII sec., allora le famiglie benestanti si facevano portare l'acqua dalle vicine colline, i meno abbienti usavano invece l'acqua dei pozzi con pericolo assai frequente di epidemie.
Nel 1822, dopo un tentativo fallito di raccogliere le acque dalle zone di Cantignano, la duchessa di Lucca Maria Luisa di Borbone incaricò il regio architetto Lorenzo Nottolini di sovrintendere ai lavori dell'acquedotto di Guamo, lavori che durarono praticamente fino al 1851.
Tornando a noi, dopo aver lasciato questa utilissima opera, dopo un ristoro, salutati i podisti della 12 km. ci inoltriamo in un sentiero nel bosco che almeno agli inizi appare ben curato e in parte disboscato, ma bastano pochi passi e notiamo con disappunto l'incoscienza e la scarsa educazione di chi ha abbandonato la carcassa di una vecchia "Cinquecento" ormai arrugginita.
Continuiamo il nostro cammino ancora per buon tratto nel bosco che evidenzia i segni dei rigori invernali, perfino le felci sono seccate, in compenso appaiono vegeti e verdi i corbezzoli, i ginepri, le eriche ed i quercioli.
La salita si fa sempre più dura e girando e rigirando ora a destra ora a sinistra tra gli alberi, ci appare la piana di Lucca, ampia ed estesa e di fronte il M.Serra con le sue antenne.
Poco dopo affrontiamo un sentiero abbastanza esposto che ci porta a Prato a Sigliori, quasi un verde alpeggio, aperto e distensivo dopo tanto bosco. Ma eccoci di nuovo nei boschi e le salite non mancano ma finalmente è la volta di una discesa su scricchiolanti foglie secche di castagno e poi su un largo stradone sterrato che ci porta gradatamente verso Vorno, che attraversiamo rimpiangendo un po' il punto di arrivo degli anni passati, senz'altro meno comodo ma più intimo ed accogliente.
Percorriamo ora pittoreschi ponticelli e stradelle lungo il torrente che prima percorrevamo agli inizi del nostro percorso; l'ultimo tratto che ci porta all'arrivo è invece su asfalto, che dopo tante bellezze, ci appare alquanto freddo ed anonimo.