31° Dal Fiume Serchio ai Monti Pisani
di Aldo Passetti
E' iniziato con Cascine di Buti il ciclo delle marce belle ma faticose ed anche con il pregio di
avere una organizzazione logistica molto efficente, ed è stato cosi anche per Pappiana dove era
stato organizzato il ritrovo per la marcia del g.p. Rossini che nonostante le avversità atmosferiche
hanno supportato al meglio gli oltre 2000 podisti convenuti che si sono distribuiti lungo i percorsi
previsti e cioè quelli di km 2/6/13/19/25 che hanno portato i partecipanti prima lungo la golena
del fiume Serchio per poi separarsi ed una parte deviare alla volta delle colline che sovrastano
Pappiana per affrontare la e le salite presenti in questa marcia.
Infatti i percorsi 13/19/25 prevedevano un prima ascesa molto lunga che metteva a dura prova la
resistenza dei podisti anche perche in alcuni punti era quasi impossibile correre e si doveva per
forza procedere di passo in cima un abbondante ristoro rigenerante e poi la scelta, se scendere
per la 13 km oppure proseguire lungo gli altri percorsi che si preannunciavano molto impegnativi
con molte difficoltà amplificate dal maltempo che non dava tregua, i podisti che si sono avventurati
lungo i percorsi maxi hanno potuto cosi condividere la bellezza del paesaggio sottostante dala
cima del monte Penna.
In certi casi le condizioni atmosferiche che abbiamo trovato possono creare problemi a chi
organizza e forse sarà stato così anche per il g.p. Rossini, che non si sono fatti trovare
impreparati ad affrontare questa stuazione dove hanno supportato in maniera egregia lungo
tutto il percorso così come all'arrivo con ristori ben forniti di bevande calde e veramente
tanta roba da mangiare.
Nel futuro prossimo del calendario tre province ci aspettano altri appuntamenti abbastanza
impegnativi come San Miniato ,domenica ,seguiti da Porcari la Verruà, Vorno, Vicopisano, grandi marce
per grandi società con grandi capacità organizzative che sono una garanzia per il popolo dei podisti.
Buone corse a tutti.
Grappa al sapore di acqua minerale...
di Claudio Cecchella
Lo sapevamo in partenza e in cuor nostro speravamo nella bufera e nel fortunale,
per dare un po’ di sapore a questa lunga ascesa, che il Rossini ripropone come ogni anno, al
Cimon della Penna (quasi 600 metri), dove avremmo consumato l’acqua vite del buon Alessandro
Giuntini, dal sapore di minerale naturale, condita com’era nel vento gelido del nord, nelle
nuvole e nell’avversità della salita.
Pregustavamo anche il tremolio della mano, per il freddo, alla firma sullo storico registro che
scolpisce il nome degli arditi e lo sventolio della bandiera e la Croce, che segna la cima e
in fondo il nostro destino di pellegrini della provincia trina.
Ma è certamente il rumore incessante del vento che sbatteva nell’orecchio e soffocava le grida
del vicino occasionale e le ondate lunghe al di sopra delle chiome dei pini e dei lecci colmi
di foglie ad infonderci la ricchezza spirituale di questa ascesa, che ho condotto con l’amico
Arturo, finalmente rientrato. e Nicola, il quale per guadagnare terreno ed evitare di stare
indietro ha calcolato male le misure ed è arrivato un quarto d’ora prima...
E’ la corsa sul mio territorio, che condivido con tanti amici del Rossini, Pontasserchio, il
letto del Serchio, il tratto di statale del Brennero sino all’erta del Capanne (“e com’è duro
calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”), per proseguire lungo il confine settecentesco
del Granducato (che trova il limite storico della Repubblica di Lucca) e poi il fango dei boschi
del sovramonte, sino all’uso degli arti superiori per raggiungere il citato Cimone e poi iniziare
la lenta, lunga, inesorabile discesa dai quattro venti, di nome e di fatto.
Non potrò dimenticare la cura meticolosa del ristoro, con il pane e salsiccia e il parmigiano del
ristoro alto e l’alta cucina francese di Roberto Bartalini, con le sue uova sode unite a salsa verde.
Il rientro sul lungo rettilineo è l’occasione di salutare con storici amici, come Gennaro, Francesco,
Fabio, Giovanni e altri, sotto un scroscio divenuto potente e incessante..
Al termine la stanza delle riunioni si converte in sauna turca, sudario di podisti in mutande a
cercare di contenere rivoli di sudore e pioggia....