Montemagno...ma di Camaiore...
di Claudio Cecchella
Iniziamo la breve cronaca con un appunto geografico, il Montemagno calcesano non era interessato dalla consuetudine
della Festa dei lavoratori, come alcuni cari amici dell’alta Vald’Arno hanno ritenuto risolutamente, tanto da recarsi
sui tornanti del Serra presso l’omonima ridente localita’ del Monte pisano, per poi presentarsi alla partenza del
Montemagno versiliese verso le 08:40, un po’ – diciamo così – trafelati....
Insomma dalle partenze anticipate alle partenze posticipate, che sia iniziata una nuova “prassi” con la quale
presto i soloni del cims dovranno misurarsi? Ai posteri l’ardua sentenza.
Anche io – a modo mio – pur venendo da oltre quindici anni nei luoghi, il 1 maggio, ho posticipato qualcosa,
il percorso della sei chilometri, poiché la quindici – in realtà dodici – mi ha dato la sensazione di un risciacquo
della bocca, come i napoletani quando bevono il caffé, allontanando i sapori e l’alito da contaminazioni con altri
gusti o percezioni, attraverso un bicchiere d’acqua, per poi assaporare l’aroma del caffé servito nella tazzulella
calda calda ...
Dunque un quindici più sei, che mi ha consentito di recuperare sui percorsi gli amici, noti “ideologi”
delle non competitive.
Dopo i grigiori di una stagione che tarda a venire, finalmente la luminosità giusta, le trasparenze sulla Versilia,
e sulla sua campagna digradante al mare, il godimento della macchia prealpina (mi riferisco alle Apuane) con i
suoi verdi cangianti dal cipresso e leccio cupo, al chiaro verde di robinie e piante aromatiche mediterranee,
sino al grigioverde di olivi.
Potrei correre a memoria la marcia di Montemagno, a occhi chiusi, per cui non mi ha disturbato piu’ di tanto una
certa scarsa indicazione sul percorso: salita sullo sterrato iniziale, poi rapida discesa sino al Pitoro,
ancora salita verso Gualdo, “falso piano” del Ghilardino, ancora Pitoro, e rientro dopo nota storica pettata
sui monti dove principia la Freddana.
Tempio del podismo come del ciclismo.
Ai ristori e ai controlli una bellezza femminile rara, che ha ingentilito una marcia e esaltato le dote goliardiche di
Arturo e del fratellino, con in coro l’amico Ale Picc e il sottoscritto.
Ora fatemi sognare Nugola e le sue messi di grano, prossima tappa della Kermesse non competitiva.