Si torna a Titignano
di Maria Luisa Tognelli
Dopo tre o quattro anni di "esilio" a Cascina, il Gruppo de "Le Sbarre" è tornato finalmente alla sua sede naturale:
il sottopassaggio è stato ultimato ed il superamento della ferrovia non costituisce più un pericolo (ed un ostacolo)
per noi podisti, oltre ad offrire altri importanti vantaggi alla circolazione locale. Per le iscrizioni, due i punti
di riferimento: lo "storico" bar, sede del Gruppo, poco più in là un capannone per preservarci da eventuali acquazzoni,
in questo periodo così abbondanti ed improvvisi da farci pensare al clima monsonico.
C'è animazione, sono presenti i tre Trofei : le Tre province, Il Pisano ed il Lucchese e per fortuna la
pioggia ci ha risparmiato. .Se pensiamo all'anno passato...., possiamo dire che siamo stati graziati e che
Giove Pluvio o san Pietro, che dir si voglia, ci hanno voluto proprio bene.
Con questa del 14 dicembre siamo giunti alla XXIV Marcia di Titignano con quattro percorsi
(km.2-6-12-21). Mentre il bivio della 2 km. si trova quasi subito, le altre proseguono insieme verso la Tosco-Romagnola
su asfalto fino a Visignano. Dopo l'attraversamento della Tosco-Romagnola, la 6 prosegue a dritto e giunge quindi a
San Lorenzo alle Corti e poi presso i resti dell'Abbazia di San Savino, resti che si trovano ora incorporati in abitazioni
rustiche. L'Abbazia appartenne in un primo tempo ai Benedettini, poi ai Camaldolesi ed in seguito fu fortificata dai
Pisani e poi dai Fiorentini per essere infine soppressa nel XVI sec. Abbastanza ben conservata la chiesa con croce
egiziana e volta a crociera. A questo punto, riattraversata la Tosco-Romagnola, si giunge all'arrivo percorrendo
il nuovo sottopasso. Ora con i primi squarci di nuvole fa capolino un pallido solicello poi sempre più deciso.
La 12 e 21 con un percorso comune proseguono lungo l'argine dell'Arno fino a Zambra dove troviamo un ristoro: a questo
punto la 12 prosegue a destra e la 21 a sinistra per percorre il lungo-Zambra fino a Calci dove la meravigliosa Certosa
è immersa nella sua beata solitudine. Quindi un rasserenante sentiero tra argentei olivi ci porta al piazzale del
ristoro di Montemagno. Facciamo a questo punto marcia indietro lanciandoci in un'agile discesa su asfalto per raggiungere
Calci, poi Caprona e da qui con percorso comune alla 12 tornare a Titignano. Marcia dunque piacevole, senza salite
eccessivamente impegnative.
Trovate Le sbarre a Titignano?
di Claudio Cecchella
Di Sbarre ormai c'è solo il nome dello storico gruppo cascinese, poiché le strada ferrata è oggi comodamente
oltrepassata da un sottopassaggio che elimina ostacoli e barriere al deflusso festoso della lunga teoria di
podisti, che presto o tardi si allineano all'argine.
Ed è una meravigliosa visione evidenziata dalle trasparenze dell'aria, con la luminosità del sole ancora
all'orizzonte e l'oscurità montana della perturbazione ai suoi ultimi sussulti, in un chiaroscuro inimitabile. I podisti
si illuminano da un tiepido sole, in contrasto con l'abisso del monte.
Ci troviamo tra il serio e il faceto sul sentiero per Montemagno, che si prende dal lato della Certosa, dove
incontro l'allegra schiera del Rossini, di quelli che contano, e gli ascolto per trarre utili indicazioni nella
mia rinnovata veste.
E' un'esperienza esaltante, perché divento ancor più peripatetico, parlando con tutti e cercando umilmente
suggerimenti ed indicazioni. Mi giunge anche la dolorosa (ma legittima) contestazione di una persona che stimo
particolarmente, l'amico Santini, per l'episodio degli Ospedalieri e della marcia di Quercianella. Gli dico che
ho già convocato le parti, nel mio compito che è quello non di espellere questo o quel gruppo, ma di amministrare
gli interessi di tutti nella formazione del calendario, spero di riuscirci e invitare Santini a mangiare una
pizza con me, insieme ai livornesi e ospedalieri...
Ma il peripatetismo mi consente di sopportare l'affanno della salita, con Piero in cima a dispensare un ottimo
brodo di verdura caldo agli amici.
Il ritorno scioglie il gruppetto e resto con Arturo, con cui conduco una bella rincorsa tra le corti e le
case contadine, riattate alla modernità, con l'assurdità di aie e corti comuni privatizzate, mediante
orribili muri in bozze.
All'arrivo il giusto tributo ai bravi organizzatori che interpello nella persona di Beatrice e Aldo
Passetti, ma è un ringraziamento per tutti.
E' già Natale; ora da babbi canuti ancora nel cascinese a San Benedetto...