Gorgona, Capraia, Corsica e.... Calci
di Claudio Cecchella
Edizione memorabile del "Cuore si scioglie", marcia a scopo benefico che da Cascina emigra a Zambra e dona,
oltre alla gratificazione di un segno di solidarietà del grande cuore podistico, la Valgraziosa: percezione
visiva di uno degli angoli più straordinari del Monte Pisano.
E' stata una giornata, nonostante la limpidezza attenuata, che ha dato indimenticabili aperture su di un
angolo del Mediterraneo.
La ripida salita, dopo avere lasciato le rive dello Zambra, benefica roggia per i molini calcesani, sui cui
si fonda la storica grandezza del comune montano, apre a sequenze di grande respiro: Livorno celata dalle
nebbie, sulle quali veleggia la torre di Caprona sullo sperone ("li fanti | ch'uscivan patteggiati di Caprona", Dante),
le colline della Val d'Era, le colline livornesi e man mano che lo sguardo si apriva al mare, oltre la coltre di
nebbia e il segno della macchia costiera, a navigare nel mare Gorgona e Capraia ("muovasi la Capraia e la Gorgona
e faccian siepe ad Arno in su la foce, si ch' elli annieghi in te ogni persona", ancora Dante), con lo sfondo
inconfondibile dell'altipiano Corso.
Solo queste vedute, assaporate dai podisti che arrestavano la loro salita in piccole frotte, soffermandosi sulle
curve più esposte, danno conto dei due euro meglio investiti della nostra vita, tanto quanto la iscrizione
alle marce del Cims.
Ad esse si unisce il passaggio attraverso i vecchi molini, le chiese romaniche di tufo dei primordi del cristianesimo,
i cascinali in pietra di Tre Colli e il Conventino, respirando atmosfere medioevali congelate nel tempo.
Pellegrino e dialogo con Arturo, trafiggendo lungo il percorso la goliardica combriccola dell'ulivetese, nei cui
paraggi il Professore di greco e latino con l'immancabile Arnaldo, lungo gli incroci tanti personaggi della Verru'a,
e così nei ristori, gruppo a cui dobbiamo l'ennesima domenica di osmosi con la natura e la storia.
Le risalite anticipano quanto di sale saprà l'impegno imminente di Buti, con i suoi 30 km e i suoi dislivelli
di 1000 metri...
Di nuovo a Zambra
di Maria Luisa Tognelli
Nel Comune di Cascina, tra Caprona ed Uliveto, si trova Zambra che deriva il suo nome dall'omonimo torrente oggi per la verità
tranquillo ma un tempo assai impetuoso e vorticoso; vorrei ricordare infatti che nel 1778 provocò franne assai rovinose nella
zona di Calci e nel bacino imbrifero dei Monti Pisani. E' proprio a Zambra che siamo tornati, dopo qualche anno di interruzione,
per la prima edizione della Marcia di km. 6, 12, 18 organizzata da vari Enti (Unicoop Firenze, Arci, Centri Missionari della
Toscana, Movimento Shalom).
Ci ritroviamo oggi 18 gennaio presso il Campo Sportivo e nei locali ad esso adiacenti, la giornata è un po' imbronciata ma
non priva di qualche raggio di sole, comunque è certo che non ha intenzione di piovere e questo è già tanto.
Partiamo percorrendo l'argine giungiamo a Caprona su cui sovrasta la torre citata da Dante, percorriamo quindi il sentiero
lungo lo Zambra e qui incontriamo alcuni podisti della sei chilometri che già sono sono sulla via del ritorno!!! Noi tranquilli,
decisi a goderci una mattinata di bei panorami e d'aria pulita, procediamo in gruppetto verso Calci e la sua splendida Certosa
per affrontare poi una lieve salita che porta alla separazione tra la 12 e la 18 chilometri: la prima prende a sinistra, la
seconda devia a destra per un sentiero sterrato e boscoso in salita: una salita che diventa sempre più erta e decisa. E giungiamo
così a Caprile di sotto, un minuscolo agglomerato immerso nella pace e nel silenzio agreste: una signora, evidentemente poco
avvezza ad un "passeggio" così di buon ora e così numeroso, si fa sulla porta di casa incuriosita, poi si rassicura: infatti
non siamo nè marziani nè tantomeno dei malintenzionati, ma solamente dei podisti amanti della natura e forse anche un po'
idealisti.... Dopo Caprile la salita si fa abbastanza dura e continua ma alla nostra vista si aprono splendidi panorami tanto
che ci soffermiamo a guardare in lontananza verso il mare e distinguiamo la Gorgona, la Capraia e più lontano intravediamo anche
la sfumata sagoma della Corsica e Capo Corso e di tutto di più: un vero godimento dello spirito e non vantiamoci del fatto di
saperci accontentare di poco, perchè queste meraviglie del creato sono tanto, ma tanto tanto.
Arriviamo quindi alla chiesetta di San Bernardo con annesso omonimo agriturismo: siamo nel punto più alto e, passando al prosaico,
diciamo che siamo attratti anche da uno stuzzicante profumo di ragout. Dopo il controllo scendiamo su strada asfaltata ai lati gli
alberi e dinnanzi a noi in alto s'impongono prepotenti le antenne del Monte Serra da cui distogliamo volentieri lo sguardo: in
questi momenti la tecnologia ci disturba un po'. Intanto arriviamo al bivio che ci porta alla località Tre Colli e saliamo ancora
finchè non c'imbattiamo in un tratto in mezzo agli olivi, pianeggiante e panoramico che ci porta ad un altro piccolo pittoresco
agglomerato: Castel Maggiore con delle piccole cascatelle.
Torniamo così a Calci e, in località "Tra due Zambre" abbandoniamo l'abitato per percorrere ancora il sentiero lungo il torrente
fino a Caprona, attraversiamo l'Arno e, dopo un brevissimo tratto d'argine, giungiamo al traguardo, contenti per il bel percorso
impegnativo e vario. Per chi ama l'arte consigliamo una visita alla chiesa di Sant'Jacopo, un tempo San Torpè.