Sulle stelle del trentennale...
di Claudio Cecchella
Mentre in solitaria arrampicata con l’amico Nicola, che dopo avere corso qualche decine di km, si è ingoiato i trenta di
Cascine di Buti, ho ripetuto ossessivamente a tutti i ristori, a tutti gli addetti volontari, al ristoro finale, che è
iniziata l’era di una nuova classica, dopo la Pesticciata del Ponte di giugno, dopo la Maratonina degli Spensierati di
gennaio, ecco inserirsi prepotentemente, con un acuto, questa trenta, in occasione del trentennale dello storico gruppo
Butese.
La tradizione del bel mondo non competitivo - basta riprendere i primi calendari di trent’anni fa, quando i gruppi erano
per lo più costituiti da sezioni del C.a.i.- ritorna alle lunghe, oltre i trenta e il mio sogno resta una quarantadue
non competitiva, a cui si avvicinano molto gli amici del Ponte con la loro classica.
Mi è stato detto che qualcuno ha storto la bocca per la mancanza della tradizionale pasta al pomodoro finale o alla
povertà di questo o quel ristoro, io ho visto addetti in guanti bianchi e con copricapo, tavoli apparecchiati con il
“necessaire” per il podista delle lunghe (senza dimenticare la salsiccia e il lardo del ristoro della lunga), e penso
che chi partecipa del nostro mondo non competitivo deve nutrirsi soprattutto di cultura e natura.
E’ ciò che offre Buti, antico bordo medioevale aggrappato sul monte, storica sede di faide medioevali tra pisani e lucchesi
(quanta acqua in Arno, se si pensa che il Cims è nazione unita di pisani e lucchesi e..livornesi..), come testimonia Carducci
...Render Buti, Avane, Asciano,
Prometteste: or ce li date.....!!
disse Banduccio di Buonoconte agli ambasciatori lucchesi riuniti a Quosa (luogo della prossima nostra marcia, organizzata
dagli amici del Rossini).
Ma certo, oltre che a cultura, tanto più natura, in quell’infinita salita al paradiso del nostro Serra, croce e delizia
degli sportivi nostrani, dai ciclisti ai podisti, immersi in un rivolo di acqua a cui il nostro sentiero offriva il letto,
nella bassa vegetazione mediterranea della macchia litoranea, nei boschi di lecci, castagni e del pino marittimo, che qui
si vede con il suo copricapo sottile e con il tronco allungato in direzione dei venti (ben diverso dal pino lorenese e
del ventennio, che rinveniamo in piana, lungo statali e litoranee).
Ma è certo il passaggio sul Serra, dal fronte Butese, lungo la sterrata, a costituire il momento più suggestivo, con una
vista che si specchiava sul Tirreno, nelle sue isole settentrionali, lungo le colline livornesi, volterrane, senesi, la
bassa Val d’Arno alle Cerbaie, il padule di Bientina e più in la Serravalle Pistoiese e l’appennino fiorentino, fino alle
Apuane e alla lucchesia, con i colli di Montecarlo e Porcari.
Insomma, la riproposizione della lunga nei termini celebrativi proposti dai dirigenti dello storico gruppo, Patrizia
Campera e Riccardo Monti, è inderogabile, da evento una tantum ad evento perenne, per la gioia del trail non competitivo...
Ora, ci aspetta il Rossini con la salita al Cimon di Penna, a quattro zampe...per assaporare l’acqua vite del Giuntini...
che sembra lassù acqua minerale naturale..
Cascine di Buti compie trent'anni
di Maria Luisa Tognelli
Non ci sono dubbi quando consultiamo il meteo, le previsioni sono ormai quasi sempre sicure, infatti
dopo le abbondanti piogge dei giorni scorsi le nostre preoccupazioni sono svanite perché rassicurati
che, verso le ore 10 di domenica 25 gennaio, a Cascine di Buti ci sarebbe stato qualche raggio di
sole e così è stato. Siamo infatti in questa località per affrontare la Maratonina delle Colline
Cascinesi giunta alla 30° edizione, quasi un esercito in marcia, numerosissimi e pronti a cimentarci
sui vari percorsi: 3-6-12-18-25 ed eccezionalmente anche 30 km. per il compleanno di questa manifestazione
podistica e per la gioia di coloro a cui i chilometri non bastano mai.
Cascine di Buti si trova in prossimità di Buti e fu senz'altro terra di confine, contesa tra Lucca, Pisa e
Firenze come la toponomastica ci ricorda (via della Dogana), ma niente è rimasto del suo passato.
Scalpitanti invadiamo la Sarzanese Valdera per deviare sulla destra ed iniziare una lieve salita al
culmine della quale i podisti delle due "mini" volgono a destra, gli altri a sinistra percorrendo un
tratto pianeggiante in mezzo alla campagna. Non fa freddo anche se sono "i giorni della merla", c'è soprattutto
tanta umidità e ben presto ci potremo sollazzare con una bella "cura di fanghi". Affrontiamo quindi una
salita piuttosto ardua che ci porta a Castel di Nocco ( dal nome di una prestigiosa famiglia locale). Qui il
ristoro è molto gradito, la breve sosta ci aiuta a ripartire più determinati mentre deviamo a sinistra dopo
aver lasciato i "colleghi" della 12 km.
La salita non si fa attendere, inizia subito in mezzo al bosco attraverso un largo sentiero assai sconnesso,
molto lungo e molto bagnato, che ci obbliga a prestare particolare attenzione. A zone boschive si alternano
estesissimi uliveti per cui non possiamo dimenticare che Buti è nota anche per il suo pregiato olio.
Troviamo ora il bivio tra la 18 e la 25-30; la prima volge a destra le altre due proseguono a diritto
per immettersi su un tratto di strada asfaltata che permette di avanzare in maggior scioltezza. E' questa
una zona molto ricca di acqua ed ogni tanto qualcuno con taniche e bottiglie varie fa rifornimento del prezioso
dono della natura.
Arriviamo poco dopo a Pruno (il monte Pruno è quello che sovrasta Buti), entriamo poi nel bosco per giungere
ad Aspro e la salita non è finita e si fa dura. Chi affronta la 30 km. raggiunge la zona delle antenne
del M.Serra da cui è possibile godere di un ampio panorama. Quanto alla 18 km., essa scende attraverso un
sentiero, o meglio, un torrentello in mezzo al bosco, dove il fango e le pozzanghere rendono irriconoscibili
le nostre scarpette: ormai senza scampo sguazziamo nella melma quasi con la spensieratezza ed incoscienza dei
bambini. Arriviamo quindi a Buti la cui vista ci ha accompagnato più volte durante il cammino e giungiamo
in località le Fabbrette: ci ristoriamo e dopo avere percorso via Panicale risaliamo tra gli olivi fino
all'altro rifornimento dove ci ricongiungiamo con i podisti delle lunghe distanze. Arrivati all'Agriturismo
il Saracino, ci illudiamo di essere molto vicini all'arrivo (un tempo infatti era così) in effetti dobbiamo
ancora procedere girando e rigirando ancora per sentieri fangosi ed ancora nel bosco. Poi finalmente il miraggio
si concretizza: siamo arrivati ai capannoni del Gruppo Cionamarket dove ci viene offerta la tradizionale bottiglia di olio.
Paesaggi Cascinesi
di Aldo Passetti
Il trofeo delle tre province fa tappa in quel di Cascine di Buti un appuntamento ed un ritrovarsi anche con
gli altri trofei, pisano e lucchese, grandi percorsi divisi tra i 3/6/12/18/25/30 km e grande impegno organizzativo
da parte del gruppo Cionamarket che non ha lasciato nulla al caso per gestire questo appuntamento podistico
che ci ha regalato degli splendidi panorami che nella luce incerta del mattino facevano capolino attraverso
le campagne circostanti prima di arrivare alla salita iniziale del Termine fino ad arrivare in località Castel
di Nocco dove avveniva la seconda selezione e chi bontà sua ha scelto di impegnarsi lungo i sentieri che
conducevano al monte Serra sapeva che avrebbe fatto fatica ma avrebbe goduto di una vista di paesaggi molto belli,
ma, se di fatica si deve parlare anche il percorso della 12 km era abbastanza tosto ed anche li non bisognava
lesinare l'impegno, ed alla fine bisogna rinnovare i complimenti agli organizzatori e forse se una critica
deve essere fatta quella non è imputabile a loro ma bensì a coloro che io chiamo le formiche rosse (famose
per la loro voracità) personaggi molto strani partono quando è ancora buio fanno la 3 oppure la 6 km e appena
arrivati si fiondano sui ristori cercando di ingurgitare quanto più possibile riuscendo a mischiare i vari sapori
tipo, bruschetta con aglio insieme a biscotti o dolci vari, ma importante è divorare a più non posso e addirittura
ho visto persone che si facevano il pacchetto da portare a casa, che pena, mangerebbero anche le gambe dei tavoli.
Ecco, questi sono comportamenti da censurare totalmente ed anzi bisogna fare opera di prevenzione affinchè
questo venga recepito un poco da tutti.
Termino qui questa mia breve cronaca con un arrivederci a tutti a Domenica a Pappiana ed anche li sarà dura
perche il Masini e company un ci vanno mia di scartino.
Ciao gente