Aghi di ghiaccio
di Claudio Cecchella
"Non nevicava, era il vento che sollevava le neve in un turbinio che oscurava le stelle; ed era come camminare
in un sogno dentro una nuvola grigia che pungeva con aghi di ghiaccio fin dentro le ossa" (Il sergente nella neve, Rigoni Stern).
Tenebre, tenebre, tenebre e un leggero chiarore all'orizzonte, quando giungo a Santa Croce.
Aghi di ghiaccio, come dice il Sergente Rigoni, pungono ovunque e le estremità: di mani e piedi perdo per molto tempo nozione.
Mi immergo tra gli amici Baggiani e Giuntini, massimi esponenti degli altri trofei e trovo uno slargo per La Galla, dimenticando
che si costituiva così casualmente un triumvirato, su cui sarà opportuno lavorare nei prossimi mesi.
Il soldato Piccini, parte di vedetta, non resiste al freddo e si incammina verso vetta.
Mi unisco ad un cocktail esplosivo, un'integrazione tra i Sartaciglioni e La Galla organizzati in plotone di sfottò, al cui
passaggio si concedono i pellegrini, come in una sorta di hola da stadio. Per Arturo e Michele è un invito a nozze.
Ma l'aria è sinistra e rigida, tutto si congela addosso, il sudore sopra la lana si cristallizza e le mani pesano, come pezzi di legno.
Presto iniziano i saliscendi delle Cerbaie e il fuoco dentro si accende lentamente, riprendiamo finalmente nozione di mani e piedi,
grazie anche alla disco del magnifico ristoro di Giuliana, dove incuranti di funzioni istituzionali (già la frequentazione dei
Sartaciglioni ne è riprova..) mi lancio in pista.
In "marcia" assumo un ritmo eccessivo, per tentare di riattivare il sangue nelle vene, di cui pagherò le conseguenze negli ultimi
chilometri dei trenta, come mi farà notare perentoriamente Michele.
Ma è la maestosità del bosco della tenuta di Montefalcone, che tradizionalmente si apre grazie agli amici Spensierati, di cui non
saremo mai abbastanza grati dell'organizzazione impeccabile, a costituire la cosa più preziosa di una grande giornata di podismo.
Un'immensa area verde tra Valdarno e lucchesia, ricco di repentini saliscendi, esplosione di vegetazione mediterranea e tirrenica,
in primo luogo pini marittimi (quelli autentici con il tronco allungato e la chioma minuscola e non quelli domestici, impiantanti
artificialmente dai Lorena in San Rossore e cult del ventennio che ne ha riempito i lati delle statali), lecci, corbezzoli, ulivi,
cipressi, e cespugli bassi, in un terreno sabbioso che denuncia la sua origine marina.
Ci sono delle immagini che dimenticheremo difficilmente, come i passaggi del fondovalle su tappeti di foglie con la griglia di ombre
allungate dei pini marittimi, l'attraversamento di rivoli ghiacciati su pontili improvvisati, i gelidi passaggi dall'altipiano solare
alle penombre del bosco, la cornice della Pania e del Cimone innevato, la Vald'Arno invasa dalle brume che solo il sole dell'arrivo
dirada.
Il ritorno a baita non poteva essere più piacevole, con il sorriso di Alessandro Piccini, che si era limitato alla 21, bello lustro,
vestito da domenica...
Dance...
di Giuliana Gallerini
La vigilia della 15° Maratonina iniziava sotto i peggiori auspici, con defezioni dell'ultim'ora che andavano a minare capisaldi ormai
consolidati....E così i meno di 48ore abbian dovuto riordinare le carte in tavola, o meglio i ristori lungo il percorso...togliere a quelli
troppo ricchi per dare a quelli, ahimè, rimasti poveri di gente, e se Robin Hood facendo ciò si era guadagnato sostegno e stima, nel
nostro caso, il riordino non è stato certo accolto con acclamazione, in particolar modo da chi, ha visto vanificate le proprie fatiche
creativo-organizzative.... uno a caso il poro Marcori che doveva fare la sibilla con tanto di sfera.... e invece si è fatto due sfere
senza sibille...
E mentre il Presidente cercava con fatica di tenere tutto sotto controllo, il resto della truppa pareva sfaldarsi inevitabilmente....:
"l'agenda non ce la fanno a darcela in tempo" "il Bar Moroni non riapre" "l'altro anno c'era un solo gazebone" etc etc
Tutti ci dimentichiamo lo spirito di un tempo e la spensieratezza pare solo un ameno ricordo....
Ma....questa corsa è....musica e la musica non conosce confini e, in genere rasserena gli animi
La sveglia suona alle 4.30 del mattino
"perché l'avrò messa a quest'ora?" mi chiedo
"Dai ....ti devi alzaaaaa c'è la maratonina"
Fuori la temperatura è bassina e gli hot pant e calzamaglia non sono proprio gli indumenti più consoni ai rigori invernali
"se bella vuoi apparir un poco devi soffrire" diceva sempre... indovinate chi?
....figuriamoci patire le pene dell'inferno, per sembrare lolita over 40...
"ne hanno rinchiusi di più vispi" mi dico
Il nostro ristoro era battezzato "Chi ti Caca"....con melodie echeggianti nei boschi delle Cerbaie...di chiaro stampo
dance..ma parecchio dance..dancessimo..L'allestimento, è stato un parto creativo del connubio Biondi-Gallerini-Vivaldi....
Io pensavo di esser parecchio out, ovvero di fori, ma Fania e Sandra lo sono molto di più...
.
Potevamo stupirvi con effetti speciali - il problema era trovarli..ne scienza e ne fantascienza ci potevan supportare..solo i
neuroni in palcolor ricevuti in dotazione con la tessera spensierata alla modica somma di 15 euri ....comunque non a tutti
son dispensati neuroni, al Bandini, per esempio hanno dato i calzettoni lunghi.
Così invasate come non mai, emulando il ben più noto impacchettatore, Christo abbiam fasciato i giardinetti col domopack, pareva
veramente d'essere nel surgelatore del frigo...in tutti i sensi....
Una delle problematica più grosse è stata convincere lo stereo a funzionare, senza sonorità, il pit stop, non sarebbe stato ugualmente
Dance..anzi non sarebbe stato Dance per niente...Tuttavia parlare ad uno stereo è stata tutta un'altra musica:
"vuoi funzionaaaaa" gli urlavamo....
ma lui non ci sentiva proprio e più che altro noi non lo sentivamo....è solo dopo avergli gridato parole non proprio ripetibili, che
ha iniziato a riprodurre il cd gentilmente fatto dalla Silvia Sani...
Il resto lo conoscete, perché voi ne siete stati gli artefici...
Alle 8,30, infatti, la fiumana di gente ha iniziato pian piano a sopraggiungere...
...è sempre emozionante veder arrivare il primo podista, quello che ha sfidato il tracciato gelido senza nessuna lepre d’apertura...noi,
in botta piena e, oramai, entrate nella parte delle sbarbate, lo abbaimo accolto saltellando come cavallette esortandolo a ballare
con noi...la perplessità più assoluta traspariva dai suoi occhi,...che, se son lo specchio dell'anima, la sua in quel momento pareva
parecchio inorridita...
In molti, comunque, forse impietositi da nostro stato euforico, si sono fatti rapire dal pump up the volume, lanciandosi in danze improvvisate...
...Ma quello che devo per forza citare è LUI, il Presidentissimo del CIMS l'uomo più pacato e riflessivo che io conosca..già vederlo scalare
la salita del parco Robinson scortato dai Sartaciglioni è stato un notevole shock, figurarsi quando rapito dalla musica, e, naturalmente
sotto l'influsso dei CIMSpoteri, si è messo a danzare, sotto gli occhi increduli di tutti noi...e ballava pure bene...insomma un Presidente
del cims così non s'era mai visto...
Intanto fioccavano foto a tutta randa col gota dei Sartaciglioni e Sartamagu...e con i soliti Delfava Trombetta e Ceck...
Sopraggiungevano, pure SherpaMassi e Cinzia di Cinzia e Massi, sempre più affusolati ed ache infreddoliti....anche loro immortalati...Anche se,
sinceramente, Massi senza il guardaroba sulle spalle ho stentato a riconoscerlo.
Dopo un presidente CIMS arriva sempre un vice, nello specifico Nino, anche lui pimpante e saltellante al ritmo di musica...
Ci vorrebbero pagine infinite per raccontare uno per uno tutti i volti incrociati, ma per il timore di annoiarvi... ne citerò solo alcuni
che valgono per tutti: Il Pardella, il Bartalesi e tutto il Porcari team con Gino Fausto, Lisa...Il Patti nonché parrucchiere della mi’figliola,
Ennio, Ivano, Beatrice...il palo quando l'ha vista ha cercato inutilmente di scappare, ma...non c'è stato niente da fare, l'ha afferato
improvvisando una lap dance che pareva un po’ anche break dance, ma in realta era solo sbarrdance....
Se si parla di Sbarr non si puo dimenticare il Passetti, che neanche a farlo apposta sopraggiungeva euforico esclamando:
"questa corsa è segnalata talmente bene che l’avrebbe fatta anche Stevie Wonder a occhi chiusi"
Mano a mano tutto il nostro mondo podistico è sfilato sotto i nostri occhi, ridendo, scherzando, saltellando....E' bello condividere queste
sensazioni e per un atttimo tornare bambini con l'ingenuità e la voglia di giocare...
Questo è lo spirito spensierato...questo è quello che amo vivere.
Ringrazio il mio team: Fania, Sandra, Silvia, Silvia, Alessandra e Cristina, davvero ....ESAGERATE.... e tutti gli altri palcolor che si
sono prodigati senza riserve (anche perchè di riserva ce ne era soltanto una).
Ovviamente grandissimo il Presidente spensierato che quest'anno ha dovuto far fronte a parecchie problematiche, a lui principalmente
va il merito di questa edizione...
Un ultimo pensiero a tutti voi podisti che avete animato questa splendida domenica, che, giuro, ricorderò per molto tempo...
Saluti
Giuliana
PS: Tranquilli L'agenda c'è ...la distribuiremo domenica prossima a Capannori
Con dli Spensierati a Santa Croce
di Maria Luisa Tognelli
Domenica 4 gennaio siamo a Santa Croce e finalmente gli Spensierati hanno potuto essere tali di nome e di fatto poiché per
la loro "XV Maratonina di Carnevale" hanno avuto una splendida giornata di sole; certo di buon mattino alla partenza il termometro
segnava -6, i campi erano coperti di brina ed i fossati ghiacciati, ma almeno è stato scongiurato il pericolo della pioggia
che nelle ultime edizioni aveva travagliato non poco. Siamo, come tutti sanno, nel paese delle scarpe e quindi delle concerie,
vicino alla sponda destra dell'Arno, nel Valdarno di Sotto. Quale allora l'origine del nome di questa località? Secondo lo storico
sancrocese, il canonico Giovanni Lami, l'attuale paese si sarebbe formato più o meno attorno al Mille su iniziativa di alcune
famiglie lucchesi che dopo essersi stabilite qui costruirono un piccolo oratorio per conservare e venerare un antico crocifisso.
Santa Croce ebbe in seguito alterne vicende che sarebbe lungo descrivere, comunque voglio sottolineare la particolarità dello stemma
di questo Comune, per metà formato da quello di Firenze e per metà da quello di Pisa, forse ad indicare sinteticamente l'alternasi
delle potenze che incisero maggiormente sulla storia locale.
Tornando alla nostra maratonina, osserviamo che essendo presenti i tre Trofei, siamo molto numerosi; i percorsi sono di3-7-14-21-30 km.,
quindi per tutte le possibilità ed esigenze; la maxi in particolare da consigliare soprattutto a chi a causa dei pranzi e delle
cene delle feste ha messo su "pancetta" e vuole iniziare la dieta.... Partiamo dagli stand, predisposti per le iscrizioni e per
tutto quanto concerne l'organizzazione di una marcia, e percorriamo tutti insieme un tratto di ampia strada asfaltata. I primi a
lasciarci sono i podisti della 3 km. che ben presto, volgendo a destra, intraprendono la via del ritorno. Proseguiamo e dopo aver
attraversato l'Usciana, per fortuna meno maleodorante di un tempo, arriviamo in località Cerri: a questo punto la 7 prosegue a
diritto verso il complesso sportivo del locale Tennis Club per salire a Poggio Adorno, mentre gli altri tracciati prendono a destra
verso Ponte a Cappiano e dopo poco, svoltando a sinistra, iniziano una salita in zona campestre per proseguire poi su un piacevole
sentiero fino ad immettersi su strada asfaltata dove incontrano i podisti della 7 e con essi si avviano verso Poggio Adorno. Notevole
la bella e curata villa settecentesca munita davanti alla cancellata di arboree garitte con tanto di "guardie". Ora la 7 km. procede
a diritto, le altre distanze volgono a destra e per un bel tratto percorrono il parco della villa per giungere ad un romantico
laghetto. Fa veramente molto freddo ed alla vista dell'acqua forse lo avvertiamo anche di più, procediamo ancora un po' nel bosco
e poi per brevissimo tratto su asfalto per entrare finalmente nelle Cerbaie percorrendole a lungo, rinfrancati ed allietati da un
ricco ristoro offerto da avvenenti abbronzantissime "africane". Riprendiamo il cammino ed ancora nelle Cerbaie con pittoreschi
sentieri, ruscelli, ponticelli, lastre di ghiaccio e sullo sfondo il panorama degli Appennini innevati. Giungiamo al Parco Robinson
ed altro lauto e musicale ristoro offerto da graziose bariste; uscendo dal Parco la 30 volge a destra, la 14 e la 21 a sinistra. Quest'ultima
rientra poco dopo nel bosco, un bosco che mostra il suo aspetto tipicamente invernale, spesso infatti procediamo su scricchiolanti
tappeti di foglie secche. Arrivati in prossimità del Ristorante "Nando" inizia la discesa verso la pianura e percorriamo un sentiero
comune a tutti i percorsi che ci riporta in località Cerri e quindi in dirittura di arrivo. Ora il freddo è meno pungente e sostiamo
volentieri al solicello a rifocillarci e, in barba ai propositi di dieta, il pane agliato con la salsiccia va a ruba !....
Domani è un altro giorno
di Aldo Passetti
Boia deh, che freddo questa mattina in quel di Santa Croce, a differenza di Collesalvetti mi è arrivato fino alle ossa,
mia nonna mi diceva che il freddo faceva bene alla pelle che toglieva le rughe (nonna come ti sbagliavi) e bisognava
saper sopportare.
Dopo questa breve premessa eccomi a descrivere la marcia odierna, come sempre l'accoglienza degli Spensierati è cordialissima,
è ancora buio quando arrivo parcheggio il mio bolide e vado alla ricerca di un poco di tepore ma il bar purtroppo è chiuso
mi devo accontentare di quello degli impianti sportivi addiacenti incrocio la Gallerini tutta presa dal suo lavoro ma
la foto con la sua Silvia è obbligatoria, sono di turno per l'iscrizione e fino ale 8,20 non parto siamo rimasti in pochi
e cercando di scaldarmi mi metto in marcia, il primo tratto non ha bisogno di commenti fino al momento in cui si inizia
salire verso i boschi delle colline santacrocesi inizia anche la cronaca per descrivere questo meraviglioso percorso piacevole
da percorrere con quel saliscendi articolato che non taglia gambe e fiato e segnalato nella maniera più perfetta che anche
Steve Wonder ad occhi chiusi lo poteva fare.
Primo ristoro che è formato da un gruppo afro santacrocese preso d'assalto da una schiera di pynk lady infreddolite e voraci
approfitto per dare una testimonianza fotografica, proseguendo ancora dopo vari passaggi in questi boschi aggrediti dal ghiaccio
arrivo al secondo ristoro detto anche RistoDance, gestito dalla Gallerini e da altre bellezze locali tutte rigorosamente in HOT PANC
che servivano in un ristoro mega e poi galattico dove non mancava nulla il tutto corredato da musica DISCO (o che vuoi di più?)
anche qui un tot di foto e di nuovo in marcia, scelgo il percorso della 14 e gambe in spalla mi dirigo verso l'arrivo dove mi
aspettano salsicce e bruschetta di quella buona accompagnata da un buon bicchiere di vino, pacco gara è ok ancora qualche
foto e poi via verso casa e domani è un altro giorno, già, mannaggia e poi carramba proprio un bel giorno infatti ho un anno di
più, gaò regali i fii.
E comunque buona Befana a tutti sia ai belli che ai brutti