La prima volta delle 3 Province a Molino d'Egola
di Maria Luisa Tognelli
L'8 dicembre il nostro appuntamento è a Molino d'Egola, tre marce di seguito dunque, e c'è chi brontola e chi è contento
matto e vorrebbe che tutte le settimane fosse così: "tot capita tot sententiae". Si racconta infatti che anche Nostro
Signore, dopo aver creato l'uomo, affermasse che non c'erano state difficoltà nel crearlo, ma che queste sarebbero
sopraggiunte quando ci fosse stato da accontentare i.... podisti! Per le Tre Province questo è il debutto a Molino
d'Egola, tuttavia la zona è a noi ben nota poiché San Miniato e La Catena sono a due tiri di schioppo da qui.
E' una splendida giornata di sole, ma gelida e pungente, anche oggi il termometro segna 0° ed ovviamente in aperta
campagna il freddo aumenta e si fa sentire, infatti all'inizio il paesaggio si è presentato imbiancato da uno strato di brina.
Notiamo subito la notevole differenza tra i km. riportati dal nostro calendario e quelli comunicati dagli organizzatori
del Trofeo Pisano : 2,5-5-10-15-20-25! Partiamo percorrendo via Vecchia del Molino per costeggiare poi su ampio argine il
corso dell'Egola fino ad immetterci su strada asfaltata. Qui c'è la deviazione della 2,5 km. che prende la via del ritorno.
Gli altri tracciati procedono insieme per via S.G.Battista fino a volgere a sinistra ed inoltrarsi decisamente in aperta
campagna affrontando una discreta salta; dopo poco anche la 5 prende la via del ritorno. Le altre si separano al culmine
della salita, nei pressi di Cigoli, dove tra altro troviamo il ristoro: qui la 10 prosegue a sinistra, le altre a destra.
Il freddo è ancora pungente, ma noi abbiamo superato almeno in parte le prime sensazioni di gelo e siamo ovviamente muniti
di guanti... Con una rapida discesa giungiamo in Via Serra per risalire quindi, in direzione Moriolo e Genovini, fino al
bivio tra la 15 (che prosegue a sinistra) e la 20/25 che volgono a destra verso località Pietreta dove avviene la loro
separazione.
Mentre la 15 ridiscende ben presto in Via Serra, la 20, prima di fare altrettanto, raggiunge dopo impegnativa salita il paesino
di Moriolo con la sua deliziosa chiesina. Dopo un secondo ristoro sempre nella zona di Moriolo, la 20, come la 15 e, dopo un
giro ancora più ampio la 25, risalgono con percorso unificato fino al già ricordato ristoro presso Cigoli per far ritorno
a Molino d'Egola. Molto belle le zone attraversate e la bianca corona di neve dalle Apuane all'Appennino.
Pasternàk a San Miniato...
di Claudio Cecchella
“....E il vento con gemiti e pianto
fa oscillare il bosco e la dacia...”
(Poesie a Lara di Boris Leonidovic Pasternàk)
Abbiamo tenuto a battesimo stamani Molino d’Egola, nel circuito delle tre province, ed è stata una lieta riscoperta.
Riscoperta dell’infinito di questa nostra terra collinare, che già abbiamo assaporato in occasione della Pesticciata
di giugno e che il sanminiatese ci ripropone, con la sua vitalità organizzativa, pur nella edizione, per così
dire “ridotta”, di questa piacevole 25 km.
Ma la novità, per noi del Cims, è certamente questa aria invernale, che ci accoglie in partenza e che trasforma
la Valdarno in steppa siberiana, abituati come eravamo alle messi di grano della Pesticciata, al verde intenso delle macchie,
ai grappoli ancora verdi sotto le larghe foglie della vite.
Le stoppie dei campi incolti, lo scheletro degli arbusti, i tronchi mozzi delle vigne che rigano i versanti collinari, le canne
che annunciano i fossi, sono irretiti e vibrano al vento del nord ed è tutto un candore insolito, atmosfera magica da
Dottor Zivago.
La casa del popolo, con i corpi dei podisti ammassati, offre un sollievo effimero in partenza, presto l’aria rigida ci
prende, si fa sentire nelle estremità e lascia l’amaro in bocca; curiosi vapori fuoriescono dal filare di podisti
che si perdono e si fanno notare in controluce, luce bassa del sole di primo mattino che ci fa calpestare l’ombra del
compagno che precede ed è tutto un crepitio di ghiaccio sotto le scarpe.
Finalmente un inverno con gli attributi, che si annuncia in modo perentorio.
In partenza la consuetudine di Arturo, Michele e Alessandro Picc, cui si unisce lungo la via il fratellino e la neo componente
del Comitato, la spensierata Giuliana.
Dopo la lunga curva sull’argine del fosso, dove attraversiamo luci e penombre, avvertendo i mutamenti imposti dai giochi di
sole, principiamo una lunga sterrata che ci conduce ai saliscendi dei dolci rilievi, con le coloniche trasformate in dimore
private e agriturismi e i cipressi che fuoriescono dalle nebbie del fondo valle.
Le salite che si fanno correre e l’inclinazione delle discese rende tutto gradevole, come la fluidità del colloquio.
Ma è certamente poco prima di Cigoli, mentre avvertiamo le campane della Pieve dispiegate a festa, che ci introducono
nella Storia, la visione delle torri rosse del Borgo alle cui spalle, oltre il Val d’Arno, le cime bianche delle Apuane,
dell’Alpe delle Tre Potenze e del Cimone, a dare il senso vero di questa indimenticabile giornata di podismo.
Mentre torniamo a Baita, sentiamo il sapore di questo movimento e l’eterna gratitudine verso la buona sorte che ci ha
consentito di condividerlo.