Stiava
di Maria Luisa Tognelli
Un tempo centro di raccolta degli schiavi slavi qui portati dai successori di Carlo Magno, ora piacevole località della cosiddetta Versilia minore.
Con l'ottava marcia del nostro Trofeo, domenica 18 ottobre siamo a Stiava per il "XXXV Trofeo Podistico Avis Stiava". Non partiamo più dal centro del paese, come un tempo, ma da Montramito dove troviamo un ampio piazzale molto ben attrezzato ed un altrettanto vasto parcheggio, pronti ad accogliere
l'esercito pacifico dei podisti. L'aria è frizzante di prima mattina, ma limpida e piuttosto tepida quando il sole si impone col passar delle ore. Qualche notizia: Stiava si trova nel Comune di Massarosa, il suo nome deriva da "tuguria sclava", le capanne degli schiavi, infatti così si chiamava un piccolo borgo di capanne dove abitavano gli slavi condotti in Italia come schiavi dai successori di Carlo Magno. In un documento del 994 conservato nell'Archivio di Lucca troviamo già il nome "Sclava" riferito a questa località dove sicuramente doveva esserci un piccolo approdo per piccole imbarcazioni, sicuro e tranquillo poiché in zona circondata da colline, quindi ben riparato. Dei tre percorsi, la 5 km. è stata tutta pianeggiante, la 10 ha presentato blandi saliscendi, la 20 km. è risultata senz'altro il tracciato più interessante molto panoramico e vario oltre che ...ghiotto.
La prima salita, in mezzo agli olivi ancora colmi dei loro frutti e "muniti" di reti per il loro raccolto, ci ha portati rapidamente a Bargecchia su cui domina il bianco campanile della parrocchiale e le cui campane inevitabilmente ci ricordano le melodie di Puccini il cui spirito sembra ancora aleggiare dovunque in questi luoghi.
Attraversato l'abitato un'agile discesa ci ha immesso sulla strada panoramica che conduce al Pitoro e qui è stato davvero un godimento per gli occhi e per lo spirito; infatti dovunque volgevamo lo sguardo restavamo incantati: belle le montagne sullo sfondo e davanti le verdi colline e le zone lacustri e i molti abitati e poi fino al mare, oggi di un azzurro particolarmente intenso. Così il nostro occhio ha potuto scorgere la Gorgona, la costa livornese e perfino il Faro.
Usciti dalla panoramica abbiamo percorso la Via Canipaletti e poi quella di Coli e Spezi. Ci siamo diretti quindi verso l'Agriturismo di Campo Romano dove siamo stati "presi letteralmente per la gola". In questa zona abbiamo avuto modo anche di osservare antiche costruzioni che, nella loro sobria ed essenziale eleganza, nulla hanno certo da invidiare alle moderne villette a schiera. Lasciando scappare la mia penna mi viene da osservare che il nostro tempo è caratterizzato dalle meravigliose conquiste della tecnologia e dell'informatica mentre, dal punto di vista architettonico, abbiamo molte perplessità.
Dopo i peccati di gola ai quali ci hanno indotto i nostri amici di Stiava, siamo arrivati al cosiddetto "Ulivo millenario" di cui abbiamo letto la storia veramente interessante; e poi ancora pochi chilometri ed eccoci all'arrivo dove chi aveva ancora appetito poteva concludere la mattinata con un caldo piatto di penne al pomodoro.