di Maria Luisa Tognelli
Finalmente una bella giornata di sole per il nostro Marciagiro che ha, per così dire, "traslocato" da Livorno a Guasticce,
per motivi che non sto a ripetere, avendoli espressi anche nella presentazione dell'anteprima sulla rivista Runners.
Bellissimi del resto i percorsi che in qualche zona ci hanno riportati sui vecchi tracciati di quasi quarant'anni, fa fino
alla cosiddetta Casa di Caccia. Amene anche le zone dei piccoli numerosi laghi (Castellare, Alberto, Turbate, Filippo) luoghi
del tutto nuovi per molti podisti che non li immaginavano così belli e vari. Molto gradita la presenza della bella gioventù
della nostra Accademia Navale che si è aggiudicata il Trofeo AIG4MORI e ci ha portato una fresca ventata di speranza in un
futuro migliore. Ma poichè la vita è fatta oltre che di momenti gioiosi anche che di altri dolorosi, abbiamo ricordato il
nostro caro amico Paolo Coen con la consegna della coppa, dedicata al suo Memorial, ad Alberto Bambini il più valido atleta
del Gruppo; abbiamo ricordato anche Paolo Cantini (9° Trofeo)) figlio della nostra podista Anna, con la coppa consegnata
dalla moglie Daniela al più piccolo podista del Gruppo, Andrea Fulceri. Momenti questi che fanno rivivere in mezzo a noi
chi non è più. E' stata dunque una serena giornata di sano sport che ha visto una partecipazione (quasi 800 presenze) che
possiamo ritenere soddisfacente per un Gruppo come il nostro, impegnato nel solo Trofeo delle Tre Province. Facendo parte
del Gruppo non voglio eccedere in apprezzamenti veramente positivi anche a proposito dell'organizzazione nel suo complesso,
ma a completamento ritengo opportuno riportare quanto scritto dalla figlia di Paolo, Valentina Coen, che vive a Milano e
che per la prima volta proprio a Guasticce ha partecipato ad una marcia del nostro Trofeo.
di Valentina Coen
Stupore, affetto, riconoscenza e rimpianto: questi i sentimenti della mia prima marcia podistica
che si è tenuta a Guasticce domenica 8 aprile. Stupore: sono abituata a fare corse competitive e non competitive nella
organizzatissima città di Milano e sono rimasta veramente stupita per la perfetta organizzazione della marcia a Guasticce:
i banchi di iscrizione efficienti con persone sorridenti e disponibili mi hanno colpito subito ma ancor di più sono rimasta
sbalordita dalla partenza senza orario ed in assoluta libertà primo segnale della nuova esperienza che stavo per vivere.
Perché nelle marce di questo tipo la libertà e la semplicità sono le prime caratteristiche: parti quando vuoi, segui il
percorso che preferisci, scegli tu la tua andatura. Parti e vai: con entusiasmo, con semplicità, secondo le tue capacità,
chiacchierando, guardandoti intorno, ammirando il paesaggio e godendo di una mattinata senza fretta. E ogni tanto, sulla
tua strada, volontari allegri ti indicano la strada da seguire e ti sorridono incoraggiandoti. Affetto: Il sentimento che
ha riempito il mio cuore è stato anche l'affetto perché esso trapelava negli sguardi e nelle parole dei podisti amici di
mio padre che ci salutavano, ancora increduli e addolorati per la sua scomparsa tanto inaspettata. Ma l'affetto si vedeva
anche in coppie che camminavano tenendosi per mano, in gruppetti di amici che passeggiavano insieme ed era un affetto che
ho assaporato nei dolci casalinghi del ristoro, nel tè caldo appena preparato, nella fettunta e nel pane e pomodoro.
Riconoscenza: Questo è il sentimento che mi lega a mio padre. Il senso di gratitudine e riconoscenza per
gli insegnamenti che mi ha dato, per avermi dimostrato che correre è bello, che una passeggiata nella natura è magnifica,
che il cuore si riempie godendo delle piccole cose e che la vita va vissuta in ogni attimo, con entusiasmo costante.
E riconoscenza è ciò che provo per gli amici del mio babbo, per averlo voluto ricordare con affetto e con stima con un premio
in sua memoria. Rimpianto: Rimpiango di non aver fatto prima una marcia insieme a mio padre in una domenica primaverile come
questa, magari accompagnata anche dai miei figli o dalla mia canina. Rimpiango di non aver capito prima quanto è bello condividere
una marcia senza fretta, in una meravigliosa cornice campestre. Rimpiango di non aver creduto che potesse essere così bello correre
in un bosco, superare sentieri pieni di fango, anzi di mota, contemplare i laghetti dell'Oasi dello Spondone, ammirare i filari
di cipressi e i campi di ulivi della campagna livornese. Rimpiango anche di non aver fatto il percorso più lungo, quello che mi
era stato suggerito dall'amico del cuore del mio babbo. Chiudo con una considerazione: mentre a Milano si correva la maratona
sull'asfalto, con grandi numeri e tanta competizione, sulle colline livornesi si svolgeva una marcia libera e spensierata, di
dimensioni ben più ridotte, ma straordinariamente più ricca di emozioni, ed io ho avuto la fortuna di scegliere di esserci per
rivivere un'ora insieme al mio babbo, nel contesto che lui amava di più!