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Atletica e Podismo per il non competitivo
"Atletica e Podismo", nota rivista mensile sul podismo, per lo più competitivo, ha messo a disposizione del C.I.M.S. una pagina dove noi
possiamo pubblicare articoli e foto che riguardano il nostro Comitato. Qui di seguito riportiamo tutti quegli articoli che mensilmente troverete
su "Atletica e Podismo".
Intervista a Claudio Cecchella, presidente del Cims-Trofeo delle 3 Province
1. Il podismo non competitivo in Toscana: come nasce e come si sviluppa?
c.c.: Il podismo non competitivo nasce agli inizi degli anni settanta, in occasione della prima grande crisi del dopoguerra,
denominata della austerity, quando le nostre città sono state chiuse al traffico la domenica. E' stato uno sconvolgimento di
costumi dei singoli e delle famiglie, che si sono rovesciate sulle strade e sulle piazze a piedi, come in un incisione del
settecento, riappropriandosi di nuovi valori culturali. I più sensibili hanno iniziato ad "organizzare" questo desiderio
collettivo di recuperare lo strumento (le gambe e i piedi) che la Natura ha donato all'uomo per trasferirsi da un luogo ad
un altro: così nascono i primi calendari. 2. Quando si arriva alla costituzione del Comitato delle Tre Province? cc.: Il Comitato nasce nel 1974, come movimento spontaneo (un atto costitutivo registrato è solo di questi ultimi anni...), consorzio tra i nascenti gruppi podistici con il quale viene annualmente organizzato un calendario di marce e verificato in occasione degli eventi il rispetto del regolamento, che si fonda sul divieto di classifiche, che non siano le marce percorse e i chilometri fatti, in vista di un trofeo che sarebbe stato consegnato a fine stagione a chi avesse superato certe soglie prefissate di marce o chilometri. Dal Comitato interprovinciale, nascono - per la propensione tipica dei toscani a configgere -, come costole il Comitato lucchese e il Comitato pisano, con le quali oggi il Cims ha un ottimo rapporto di collaborazione, in vista della diffusione della pratica non competitiva della corsa. 3. Chi è oggi il podista più presente alle non competitive? Vogliamo tracciarne un profilo?
cc.: C'è un podista Fabio Giusti di Pisa che ha percorso tutte le marce in calendario per oltre trenta anni e tutt'ora continua indefesso a
marciare non ancora sopito dalle decine di migliaia di chilometri percorsi. 4. Qual è oggi la situazione del movimento non competitivo in Toscana? Quali sono i suoi punti di forza e quali le criticità? c.c.: Il movimento si è ormai consolidato con la presenza di una media di 800/1000 podisti a marcia e in caso di marce concomitanti di più Trofei sino a 3-4000 marciatori, fino ai vertici di Porcari e Marlia con rispettivamente 7000 e 10.000 partecipanti. La criticità maggiore è l'età dei partecipanti; stenta a muoversi una forte continuità generazionale, che è il mio cruccio maggiore. Per questa ragione, consapevole che non è facile svegliare il giovane alle 6 del mattino della domenica, ho promosso i calendari delle corse del sabato, per avvicinare i più giovani ai valori culturali e ambientali del podismo non competitivo. 5. Correre slow significa abbracciare anche una filosofia di vita al rallentatore: dallo slow food al movimento del downshifting, dalla decrescita felice al neo-frugalismo è tutto un moltiplicarsi di tendenze che ci invitano a "scalare le marce". Pensi sia solo una moda passeggera o davvero lo spirito competitivo ha i giorni contati? Ritieni che quest'orientamento possa avvantaggiare il mondo dello sport non competitivo? c.c.: Senz'altro il diffondersi, anche su indicazione della Medicina, di pratiche che favoriscono la camminata veloce, anziché la corsa, che ha effetti traumatici sulla schiena, sulle ginocchia e sui tendini, nutrono le fila dei non competitivi, a cui sono in qualche modo condannati, diciamo così a fine carriera, gli stessi competitivi. Non ritengo tuttavia auspicabile, e non dovrebbe essere vista positivamente, la fine del podismo competitivo, a cui devo invece aprirsi i più giovani, reclutati nelle scuole. Questo per rinvigorire le file dell'atletica italiana, ai fini della partecipazione della nostra federazione ai grandi eventi dell'atletica mondiale, sotto i colori della Nazionale. 6. I partecipanti alle competitive e gli atleti non competitivi sono di solito considerati due "universi paralleli" (anche per le differenti età di chi ne fa parte). Da cosa pensi nasca questa sorta di reciproca diffidenza e quali potrebbero essere invece i punti di contatto?
c.c.: Da quando condivido un incarico dirigenziale in seno al Cims, quale presidente, ho avversato l'ideologico contrasto tra questi due
mondi. Al contrario, secondo esperienze ben note nel Nord Italia, dove esistono minori motivi di polemica, che invece fanno parte
dell'indole del Toscano, una non competitiva può accompagnare una competitiva (e nel calendario Cims esistono degli esempi, come
la mezza maratona e la maratona di Pisa). Questo purché le due competizioni si snodino su percorsi diversi, con rispetto delle diverse
tradizioni e regolamenti, questo perché la marcia non diventi un appendice trascurata della corsa. Per questa ragione la concomitanza
rende necessario un particolare accordo organizzativo tra Gruppo e Cims, per preservare l'autonomia della marcia non competitiva. Questa
idea invero non è apprezzata da tutti i Comitati, ad esempio in quello lucchese resta la regola sul divieto della concomitanza. 7. Podismo non competitivo significa anche riscoperta delle tradizioni locali, valorizzazione dei territori, attenzione ai progetti di solidarietà. Ti sembra che le istituzioni toscane siano sufficientemente sensibili verso questi temi? cc.: Le istituzioni toscane, dai Comuni alla Regione sono del tutto assenti e non aiutano il movimento del volontariato che costituisce le fondamenta delle marce non competitive, nonostante che la corsa o la marcia sia la migliore terapia per le persone meno giovani (con un enorme risparmio in termine di servizio sanitario e spesa farmacologica), siano grande fattore di aggregazione (si formano amicizie e incontri straordinari la domenica delle non competitive), siano veicolo di valorizzazione delle tradizioni e della storia locale (vengono percorsi i più bei borghi medioevali di toscana), costituiscono un immersione nella natura che non ha concorrenti, grazie anche alla bellezza delle campagne e dei colli della nostra regione. 8. Cosa ti auguri per il futuro delle corse non competitive? c.c.: Giovani competitivi che premono per allenarsi nelle non competitive, a fianco dei loro padri e delle loro madri, a nutrire le fila del podismo non competitivo. Una maggiore sensibilità dello Stato e degli Enti pubblici territoriali, nella promozione e nella diffusione della pratica. L'inserimento di un rappresentante del podismo non competitivo negli organi federali dell'atletica nazionale.
L’assicurazione dell’atleta tesserato e del libero"
L’atletica e il podismo amatoriale, anche non competitivo, si stanno interrogando sugli obblighi degli organizzatori di una corsa o di una marcia non competitiva o dei responsabili di un’associazione sportiva in genere per i propri iscritti, in caso di infortunio dell’atleta o di danni arrecati a terzi. E’ opportuno anzitutto ricordare che gli obblighi che fanno carico ad un’associazione sportiva dilettantistica, ovvero ad un’associazione di fatto, al cui modello si ispirano i sodalizi dedicati all’atletica e al podismo, vanno a colpire il Presidente del sodalizio, che ne risponde con il suo patrimonio (art. 38 codice civile). Dunque in una corsa o marcia organizzata da un’associazione sportiva dilettantistica che produca danni ad un atleta o ad un terzo, risponde il presidente ovvero il legale rappresentante del sodalizio organizzatore. Ugualmente il presidente dell’associazione sportiva per gli infortuni in una qualunque gara o marcia non competitiva che colpiscono gli atleti iscritti al suo gruppo ovviamente per le sole gare e allenamenti deliberati nel programma del sodalizio (e quindi con esclusione di gare, marce e allenamenti che l’atleta compie liberamente fuori dai programmi sociali). Per questa ragione sempre più , per moto spontaneo, le associazioni podistiche e le associazioni sportive dilettantistiche in genere hanno fatto ricorso a polizze assicurative a copertura dell’infortunio oppure della responsabilità verso terzi, stipulate occasionalmente con compagnie assicuratrici, particolarmente in occasione della manifestazione organizzata dal gruppo e per la durata di un anno in relazione agli atleti affiliati al gruppo. Peraltro già la affiliazione ad una federazione nazionale di sport (Fidal, Uisp, Csain, Fiasp, ecc.) consente di usufruire, con il pagamento di premi contenuti, di una polizza infortuni per gli atleti iscritti al gruppo e affiliati con regolare tessera annuale alla federazione e in alcuni casi di una polizza a responsabilità civile, con massimali e franchigie tali da consentire una certa copertura dal rischio. Il tutto tuttavia animato da uno spontaneismo non spesso ispirato da una reale consapevolezza dei rischi connessi, particolarmente per il rappresentante della associazione. Recentemente un decreto ministeriale del 2010 ha sancito, seppure in certi limiti ben definiti, la obbligatorietà della copertura assicurativa, ovvero l’obbligo di stipulare un’assicurazione con limiti di massimali predefiniti (euro 80.000,00 in caso di morte o lesione permanente), contro il rischio di infortunio dell’atleta iscritto al gruppo, con la conseguenza che oggi il presidente di un’associazione sportiva dilettantistica non può esimersi dalla stipula, essendo egli e soltanto egli il soggetto obbligato. L’obbligatorietà tuttavia si limiti ai rischi da infortunio dell’atleta iscritto e tra questi è ricompreso il c.d. infortunio in itinere, ovvero cagionato al momento in cui l’atleta si reca nel luogo di gara o l’infortunio in occasione di allenamento organizzato dal sodalizio ; resta relegata alla spontanea iniziativa del presidente la polizza di responsabilità civile verso terzi, in occasione di un evento sportivo organizzato dal suo gruppo, e l’assicurazione dei c.d. atleti liberi, perché non iscritti ad alcun associazione e quindi non assicurati, fenomeno che presenta numeri di rilievo nel c.d. podismo non competitivo. Le soluzioni che si presentano al presidente, dunque possono oggi essere astrattamente queste:
Vi è a dire che le maggiori federazioni devono ancor oggi affinare le polizze offerte, poiché ad esempio non comprendono eventi non organizzati sotto il patrocinio della federazione interessata per gli atleti iscritti, mentre dovrebbero coprire i rischi per ogni evento, ivi compreso l’itinere e l’allenamento ufficiale. In questa direzione si è espressa, in occasione dell’assemblea dei Presidenti il Comitato interprovinciale di marce sportive, sollecitando allo C.s.a.In di appartenenza una polizza adeguata alle previsioni legislative e ai rischi che assumono i presidenti dei sodalizi.
Il Nordic Walking e le marce non competitive
Il Nordic Walking è una disciplina sportiva che si pratica all’aria aperta, negli ambienti naturali di campagna, di collina oppure di montagna e consiste in un allenamento dolce che sviluppa resistenza, forza e fitness, mediante camminata veloce con l’aiuto delle racchette. E’ l’esercizio perfetto per ottenere una riduzione di peso, senza affaticare le articolazioni, consentendo all’apparato cardiocircolatorio e respiratorio di esercitarsi, in prevenzione di malattie cardiache e polmonari. Gli stessi appassionati della corsa scelgono il Nordic Walking in modo definitivo o anche temporaneo, per esempio quando hanno problemi alle articolazioni del ginocchio, delle anche o della schiena oppure quando devono curare un trauma, in attesa di future performanche podistiche in corsa, accelerando la guarigione. Ma tale pratica, si deve aggiungere, coinvolge attivamente le braccia nel movimento. Questo implica un aumento della muscolatura delle spalle e dei pettorali e un rafforzamento della muscolatura cervicale: con il Nordic Walking il carico sulle articolazioni dell’anca, del ginocchio e del piede viene diminuito e si prevengono o si curano i tipici traumi della corsa che purtroppo danneggiamo le articolazioni. Sotto questo profilo l’affinità con lo sci di fondo non può non essere più evidente; infatti la disciplina nasce come pratica e allenamento estivo degli atleti che praticano questa disciplina. Dal Nord Europa, soprattutto Finlandia e Svezia, si è diffuso in Germania e sta radicandosi in tutta Europa, coinvolgendo il sud del continente e anche l’Italia. Oggi penetra in modo evidente nel podismo non competitivo, dove sempre di più si vedono nelle marce podisti attrezzati di racchette che si esercitano nella camminata veloce, tanto che in occasione della 34^ Marcia delle Ville di Marlia (con i suoi oltre ottomila partecipanti) viene evidenziata, con eventi e coinvolgimento di istruttori la nuova disciplina. Il podismo non competitivo, con il suo coinvolgimento di persone meno giovani e nella prospettiva del recupero atletico dei podisti, anche competitivi, meno fortunati (anche per evitare il trauma psicologico dell’abbandono dell’amata pratica della corsa), ne trarrà nei prossimi anni grande giovamento, essendo terreno fertilissimo per la sua pratica, anche su percorsi meno brevi e collinari, secondo il modello preferito dal Trofeo delle Tre Province. Per utili informazioni e indicazioni: www.nordicwalking.it.
Correre insieme il sabato...
Il foglio del non competitivo: "La nostra domenica"
A seguito delle riunioni dei tre Trofei, ormai a cadenza bimestrale, nasce un foglio gratuito, anch'esso bimestrale, in distribuzione alle marce non competitive, contenente notizie, fatti, eventi, curiosità che interessano il mondo dei non competitivi.
I doppi cartellini...e le partenze anticipate...
Ho deciso di pormi, in occasione della marcia di Ponsacco, al servizio operativo della comunità podistica convertendomi nel controllore dei cartellini, in adempimento della campagna contro i doppi, tripli, ecc. cartellini che si era diffuso nella nostra comunità dei non competitivi (con il motto "No Cims, no times", ovvero senza timbro Cims non entri in classifica per il Trofeo...).
Le premiazioni del Trofeo delle Tre Province
Si è tenuto a Pisa, il 21 novembre il consueto incontro dei podisti iscritti al Trofeo delle Tre province per l'assegnazione del Trofeo relativo al XXXVI calendario 2008/2009.
L'assemblea del C.i.m.s.
Si è tenuta il 19 ottobre scorso un'assemblea del Comitato interprovinciale marce sportive, destinata a lasciare il segno, a cui hanno partecipato numerosi gruppi organizzatori e i rappresentanti dei due trofei confratelli, Il Trofeo lucchese e il Trofeo pisano.
Le non competitive e ....l'età dei podisti.
1. Il Comitato delle Tre province ha compiuto una ricerca statistica, con l'aiuto dell'infaticabile Vicepresidente Riccardo Ciardelli, sull'età dei podisti che frequentano il calendario delle non competitive delle Tre province, iscritti al Trofeo (ovvero coloro che hanno presentato domanda per parteciparvi) e che hanno vinto il Trofeo (ovvero hanno nel corso dell'annata superato il numero di marce e/o il numero di chilometri richiesti ai fini del conseguimento del trofeo finale). 2. Poi si deve tener conto che gli affezionati del movimento non competitivo sono prevalentemente coloro che hanno cessato velleità agonistiche e dunque, diciamo così, non sono in tenera età: solo gli attempati si iscrivono al Trofeo per il conseguimento del premio finale. I giovani tendono a partecipare alle marce in modo meno continuativo e perciò non si iscrivono alle classifiche per chilometri e marce in vista del conseguimento del Trofeo, in tale veste sono sottratti dalla statistica, ciò che impone un chiarimento. 3. Non interpreto negativamente il dato, per due ragioni essenziali. In primo luogo i giovani privilegiano il confronto agonistico, mentre il podista meno giovane, in calo di rendimento, va alla ricerca di valori diversi, come l'ambiente, la storia e il contatto umano, che nessuno sport favorisce in modo così elevato come il podismo non competitivo. E' raro vedere sui sentieri delle marce un podista solitario, piuttosto frotte di podisti, non sempre appartenenti allo stesso gruppo in perenne dialogo. I percorsi delle marce hanno una ricchezza ambientale e storica ineguagliabile. In secondo luogo si aggiunge, troppo spesso trascurato, un valore ineguagliabile della marcia non competiva, la migliore medicina per allontanare lo spettro delle malattie della tarda età, in relazione all'apparato cardiocircolatorio e motorio. In questo senso il movimento non competitivo offre un valore aggiunto non eguagliabile, particolarmente per i meno giovani che non riescono più a correre, ma si cimentano nel passo veloce, sui percorsi collinari e montani. 4. Tuttavia chi riveste funzioni di responsabilità, come, in occasione del coordinamento dei tre Trofei, che ormai periodicamente si concretizza in riunione bimestrali, è emerso, non può trascurare il motivo della continuità del movimento, favorendo l'accesso dei giovani e il transito continuativo tra competizione e non competizione (o addirittura la loro perfetta convivenza, essendo la non competizione valida occasione di allenamento).Per questo, causa il disagio suscitato per i più giovani dall'orario domenicale delle non competitive, si è cercato di organizzare un calendario alternativo a quello domenicale (ed autonomo rispetto ad esso), di marce di 10 km il pomeriggio del sabato, secondo la via tracciata, lo si deve riconoscere, dal Trofeo lucchese. Infatti un certo transito si è prodotto dalle competitive del sabato (circuito del Criterium toscano) verso le non competitive domenicali, ora si tratta di aprire i calendari alle non competitive del sabato. 5. Il compito dei Comitati nell'imminente futuro è perciò quello non più solo di conservare i valori e le regole del movimento non competitivo, secondo una linea che la dirigenza del recente passato ha interpretato egregiamente, ma quello di tentare la massima diffusione del movimento, attraverso i media e l'informazione, anche via web e attraverso la creazione di occasioni alternative di non competitivo, non solo la domenica. E' una battaglia difficile, ma vale la pena di combatterla.
La nuova annata del C.I.M.S
Con la marcia di "Lucca di notte", finalmente rientrata in calendario e molto gradita per la suggestione di correre all'interno dei contrafforti e terrapieni delle mura lucchesi, con tratti aperti solo per questa ricorrenza, si riapre la stagione del Cims a settembre (esattamente sabato 5).
Il calendario quest'anno si contraddistingue per il numero più elevato di eventi, esattamente 54, e una certa propensione ad aprire a manifestazioni del sabato, per conquistare al podismo non competitivo i più giovani, è un percorso che sarà tenuto molto presente nelle prossime stagioni, in linea di tendenza con gli altri Trofei.
Il podismo non competitivo e il territorio.
1. Le origini.
Il podismo non competitivo, almeno nell'esperienza toscana, nasce dalle sezioni del Cai, che hanno tracciato e gelosamente
conservato la rete di sentieri, nel sistema collinare pisano e livornese, nell'appennino lucchese, particolarmente lungo le
pendici e sino alle vette delle Alpi Apuane.Pertanto le marce delle origini - basta consultare i calendari degli anni settanta - erano in realtà escursioni alpinistiche, dove prevaleva la marcia sulla corsa. Restano oggi a caratterizzare quel tempo alcune marce memorabili, come quella di Vorno, quella di Buti oppure quella di Vicopisano e numerose con partenze nel cascinese e tra le iniziative più recenti ne sono degne eredi la marce organizzate dal Rossini e da La Galla (questa ultima denominata l'ecomarcia dei Monti Pisani).
2. Il salvataggio dell'escursionismo montano e dei suoi valori ambientali e climatici.
Oggi il podismo non competitivo ha conservato valori montani, poiché molti dei percorsi dei calendari dei tre trofei sono tracciati
lungo le colline e le montagne provinciali, oppure all'interno dei più significativi parchi naturali (San Rossore, Le Cerbaie,
ecc.) e in tale prospettiva ha l'indubbio merito di conservare e riproporre anche alle nuove generazioni i valori dell'ambiente
montano e agrario in genere.Questo non soltanto in vista di una "cultura" del territorio, ovvero di una sua diffusa conoscenza dei suoi valori non solo ambientali, ma anche storici e artistici (in fondo il territorio è un manuale di storia che tratta i temi della evoluzione delle nostre comunità e delle nostre genti), ma in vista di un recupero - di fronte agli attacchi metropolitani che globalizzano tutto con le più sofisticate climatizzazioni degli interni - del significato più profondo dei climi con l'alternarsi del freddo e del caldo e la diversa luminosità. Le partenze d'inverno alle prime ore dell'alba, le marce sotto le piogge autunnali, l'aria nuova e limpida delle giornate primaverili, il bruciore estivo e il sale in fronte dei percorsi agostani, sono sensazioni che il podista non competitivo difficilmente dimentica. L'ambiente, con la sua storicità per le tracce che in esso lascia l'uomo, e la forte sensazione della varietà dei climi, costituiscono valori insostituibili del mondo non competitivo.
3. La salvaguardia dei sentieri.
Ma esiste un ulteriore utilità, di cui non fruisce soltanto il podista, ma l'intera comunità, quella della salvaguardia delle vie
montane all'aggressione dei rovi e della vegetazione spontanea.Molti dei sentieri segnati dal C.A.I. infatti, causa un certo abbandono dell'escursionismo collinare e montano, sono rinvigoriti, riaperti e ripuliti annualmente dal passaggio dei podisti, i quali offrono anche alla comunità questo valore indotto, troppo spesso dimenticato e ignorato.
Il Nuovo che serpeggia nel non competitivo...
1. Lo stato organizzativo.
La Toscana tirrenica e in particolare le province di Livorno, Lucca e Pisa sono storicamente impegnate dal podismo non competitivo.
Qui gravita un numero considerevole di gruppi, alcuni dei quali dedicati solo a tale espressione del podismo, altri che coniugano
questo impegno a quello competitivo.E' nato così prima il C.i.m.s., di cui è da poco trascorso il trentacinquennale, poi il Trofeo podistico lucchese e infine il Trofeo Podistico pisano. Tre consorzi tra gruppi, che organizzano autonomi calendari e garantiscono, quando la marcia non è comune, come capita per quelle più antiche o gradite ai podisti non competitivi, tre diverse manifestazioni la domenica mattina, che pongono assai spesso il podista nell'imbarazzo della scelta. Generosità comunque sempre ben gradita. Molti podisti provenienti dalla toscana settentrionale e dalla Liguria, nonché dal fiorentino frequentano queste marce, partecipando ai Trofei, particolarmente in occasione delle marce "storiche", come Porcari, Marlia, Vorno, Strapazzata e numerose altre.
2. Il problema del coordinamento.
Come spesso accade (non sempre la convivenza nelle associazioni è facile....) la triplice organizzazione nasce da divisioni
originarie e che oggi i nuovi dirigenti dei Comitati, in occasione di alcuni rinnovamenti dovuti alle elezioni periodiche,
vorrebbero superare.Già da tempo, su impulso del Trofeo lucchese, che non ha mai smesso di evidenziare questo aspetto, si cerca un coordinamento tra i Comitati, anche perché la divisione non è sintomo di crescita e nuoce alla diffusione di questa particolare esperienza del podismo.
3. L'incontro del 8 aprile 2009.
Finalmente è stato possibile organizzare una riunione (non che siano mancate nel passato, ma il contesto è oggettivamene
mutato per quanto sarà detto fra poco...), presso la sede del Trofeo podistico lucchese, a cui hanno partecipato gli altri
due comitati, nella persona dei presidenti e vicepresidenti, oltre ad altri membri.La sintonia è stata avvertita dai presenti i quali hanno subito messo sul tappeto alcuni temi di grande interesse: il costo dei cartellini di partecipazione alle marce (fermi da anni a due euro); l'ipotesi dell'uso di un cartellino elettronico, il coordinamento statutario e regolamentare, il controllo dei cartellini sui percorsi onde evitare o comunque sfavorire un certo malcostume, l'idea di un supertrofeo per coloro che partecipano a tutti e tre i calendari; la necessità di una maggiore visibilità del movimento sui quotidiani e sulle riviste specializzate (come quella che ospita con una pagina il Cims) o presso le sistituzioni; il favore espresso dagli altri Comitati per un calendario per anno solare anche del Cims. Insomma grandi questioni che con la collaborazione di tutti porteranno presto novità organizzative e di costume nel mondo non competitivo.
4. Il futuro.
E' intanto da sottolineare che gli incontri sono stati istituzionalizzati nel tempo, uno ogni due mesi, e questo è indice
del nuovo spirito che anima il movimento non competitivo nelle sue varie articolazioni, ma certo c'è un aspetto sul quale
vorremo brevemente soffermarci, quella della diffusione del movimento.I valori in gioco nel podismo non competitivo sono forti e il primo obiettivo è quello della loro diffusione presso le generazioni più giovani, quindi la necessità di un'immagine e di un informazione attraverso i mezzi che l'elettronica consente, sui mass media, appaiono senza dubbio decisive, ma anche quello istituzionale non sembra meno importante. Un domanda: quanta consapevolezza vi è, sul recupero del territorio (i sentieri, tracciati dal Club alpino italiano, sono oggi resi annualmente efficienti grazie alle marce non competitive), sul recupero dell'ambiente come fruizione collettiva, ma soprattutto sul recupero dei valori della qualità del vivere e della salute, anche presso le generazioni meno giovani? La risposta è quanto costituirà l'impegno dei Comitati riuniti in coordinamento permanente.
Sul podismo non competitivo e...
1.Prologo.
E' noto come spesso i gruppi podistici si lacerino intorno alla duplice anima, in contraddizione all'interno di ognuno, tra
atleti dediti alle competizioni e marciatori dediti alle non competitive.La filosofia, si suol dire, non è la stessa. Gli uni ispirati prevalentemente al risultato individuale e dunque ad una preparazione in linea con la migliore performanche, più soggetti al logoramento fisico e tendenzialmente destinati ad abbandonare la disciplina all'esito di qualche infortunio serio oppure quando la parabola della prestazione inizia presto o tardi a scendere. I secondi ispirati a valori diversi, come l'ambiente, la conoscenza del territorio fuori dai tradizionali circuiti cittadini, la percezione fisica, nei lunghi percorsi montani e collinari, del mutamento dei climi e delle stagioni, insomma pittori en plein air, come i Macchiaioli. Questi ultimi, anch'essi colpiti dall'inevitabile logoramento dovuto all'età, ma convertiti in "camminatori" e capaci quindi di conservare i valori dell'ambiente per un tempo indefinito.
2. Critica.
Io non sono mai stato propenso a concepire questa divisione come ideologica e razziale, come in alcune occasioni viene concepita,
pur nella diversità che deve rimanere tale. Intravedo, pur nelle differenze, come tra breve, dei due mondi, alcuni importanti
elementi comuni, che consentono di giustificare la loro sopravvivenza nella unità dei gruppi.Anzitutto va respinta l'intolleranza in qualsiasi forma, ogni qualvolta viene concepita come messaggio dell'assoluto: in fondo nessuno ha ragione e la ragione sta solo dalla parte di chi vive la sua esperienza podistica come la più congegnale alla sua personalità: per questo i giovani sono più propensi alla competizione e, diciamo, i meno giovani alla non competizione. In secondo luogo le manifestazioni podistiche espressione delle diverse esperienze non sono inconciliabili, anzi perfettamente fungibili l'una rispetto all'altra e proprio per questo da interpretare come crescita del movimento anziché come sua involuzione concorrenziale. Il non competitivo, che predilige le distanze più lunghe, può vivere la Maratona, che è la principessa delle competizioni, come esperienza non competitiva; sarà sufficiente che percorra i quarantadue godendo delle vedute e prospettive della città (tra pochi giorni la maratona capitolina ne è eloquente prova), semplicemente dimenticando il proprio crono in partenza e al massimo coordinandosi con gli assistenti di gara destinati a dettare il tempo. Il competitivo potrà trarre enorme giovamento dalla non competitiva, in preparazione della sua maratona o della sua campestre competitiva (quante volte le marce dei nostri circuiti non competitivi sono invase da podisti notoriamente competitivi e particolarmente quelle in pianura). Entrambi, infine, vivono la grande solidarietà del messaggio podistico (non ho mai visto in maratona un atleta indifferente alle sofferenze di un casuale compagno di percorso), sino alla promozione di campagne di solidarietà e di volontariato, che è fenomeno unico del podismo.
3. Comitati delle marce e Criterium.
La riprova di quanto vengo dicendo è che i detrattori, nei primi anni del nuovo millennio, della organizzazione di un circuito
di corse semicompetitive (perché ad esse si uniscono anche percorsi non competitivi) il sabato, non hanno avuto alcun riscontro
nella realtà. Quel circuito è stata l'occasione di un veicolo di trasmissione di podisti dall'uno mondo all'altro (molti
frequentatori dell'uno il sabato, si trovano nell'altro la domenica) e, non è dubitabile, il Criterium è stato artefice di
un rinnovamento e ringiovanimento dei Comitati delle marce.Oltre al dato statistico, è significativa la presenza di due presidenti dei comitati all'ultima premiazione Criterium. Infondo il carattere tutt'altro che concorrenziale di manifestazioni tanto diverse è una riprova di quanto vengo dicendo.
5. La diversità organizzativa.
Cionondimeno le organizzazioni che fanno capo ai due mondi devono rimanere separate, intendo dire i Comitati delle marce non
competitive, da un lato, e i gruppi affiliati alla Fidal o alla Uisp o ad altra federazione, dall'altra.Le esigenze organizzative di una non competitiva rispetto ad una competitiva sono molto diverse e ognuno, al suo interno, deve essere vigile e geloso conservatore della diversità delle regole di ognuno, senza contaminazioni di sorta e con lo spirito giusto, senza che i podisti non competitivi guardino in cagnesco quello competitivo e viceversa, in un moto unitario che conduca alla diffusione del più bello sport al mondo, dove non esistono spettatori, ma solo e rigorosamente attori, in una prospettiva di igiene e salute pubblica, valori talora mal compresi dallo Stato e dagli Enti preposti ad amministrarci. (Claudio Cecchella) |
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