Comitato Interprovinciale Marce Sportive (C.I.M.S.)

 
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25 Aprile a Barga

di Maria Luisa Tognelli

"Al mio cantuccio, donde non sento
se non le reste brusir del grano
il suon dell'ore viene col vento
dal non veduto borgo montano ...."

Così recita appunto la poesia di Giovanni Pascoli "L'ora di Barga" che si riferisce a questo delizioso paese situato in un'ampia conca circondata da alte vette spesso innevate dall'autunno alla primavera (oggi lo abbiamo ben constatato), da una parte le Alpi Apuane, dall'altra gli Appennini ricoperti di faggete. E per la seconda volta, dopo una lunga interruzione, siamo tornati qui anche noi podisti delle Tre Province per correre la marcia organizzata dal Gruppo "Gli amici del cuore" di Barga, sulle distanze di km.2,6,12,18.
Quest'anno per fortuna è una bellissima giornata che ci permetterà di godere di ampi e verdi paesaggi e di scorci incantevoli, ora in mezzo ai castagni le cui foglie hanno preparato un morbido tappeto piacevole al nostro incedere, ora in mezzo alle faggete, ora, arrivati più in alto, in vasti spazi meravigliosamente liberi.
Partiamo e passato il Ponte sull'Ania, attraversiamo già in salita l'abitato entrando dalla Porta Mancianella o Reale, restaurata nel secolo scorso, passiamo quindi per la Via di Mezzo; qui tutto parla del passato e vi regna una grande quiete. Usciamo ben presto dalla Porta Macchiaia, cosìddetta perché portava alla macchie, cioè alle faggete dell'Appennino. Questa Porta è rimasta praticamente intatta, le manca solo il ponte levatoio. Usciti dall'abitato, procedendo su sentiero di acciottolato, giungiamo al bivio dove urge la scelta. Siamo ancora stanchi di domenica scorsa, l'altro ieri in effetti, ma la tentazione di godere delle bellezze che madre Natura ci offre ci spinge a scegliere il percorso più lungo.
Devo dire che più volte il percorso lungo e quello medio si intersecheranno e si separeranno per incontrarsi di nuovo fino all'arrivo. Abbiamo attraversato il borgo di Catagnana, la "terra dei diavoli" come venivano chiamati qui i carbonai che grazie all'abbondante legname dei monti vicini svolgevano la loro attività; appartenne anch'essa ai Rolandinghi, come del resto Sommocolonia che tocchiamo successivamente raggiungendo i 730 m. s.l.m. Da qui in poi troviamo in prevalenza discesa, ora su sentieri sterrati in mezzo ai boschi, ora su acciottolato, ora su strada asfaltata.
A parte la marcia, Barga merita di essere visitata per la sua storia e per le sue opere d'arte, quali il Duomo, la Pieve di Loppia, la Piazza dell'Arringo con il suo palazzo, nonché le sue strade rampanti, le cosiddette "carraie".